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Intervista agli autori del romanzo:
"La Battaglia dei Draghi"

di Luca Azzolini di FantasyMagazione

 

 

Come è nata l'idea del romanzo La Battaglia dei Draghi? Quale è stata la scintilla che ha scatenato il tutto? Come siete arrivati a Chiara Guidarini per la stesura dello scritto?
[Ostri] Le scintille sono state miriadi, a onor del vero il merito dell'idea è interamente dei nostri fans. Sinceramente all'inizio non credevo fosse possibile sfornare un libro degno della storia del videogioco, non per nostra incapacità, quanto piuttosto per la struttura e l'impostazione stessa della trama, essendo un qualcosa di mai visto prima in nessun altro libro. Basti pensare che per esempio i protagonisti principali sono ben dodici. E' stato grazie all'insistenza dei nostri visitatori che ci hanno letteralmente inondato di e-mail chiedendoci incessantemente di farne un libro. Sinceramente ci ha colpito molto l'aumentare di queste e-mail col passare degli anni. Scrivere il romanzo significava mettere in gioco una volta per tutte la nostra ambientazione, e questo ci spaventava non poco, ma in fin dei conti credo fosse un passo che prima o poi avremmo dovuto compiere. Personalmente ho sempre temuto di sopravvalutare la mia storia, tanto da dubitare anche dei giudizi dei miei colleghi e amici, nel timore che si fossero lasciati influenzare anche inconsapevolmente dal fatto che fosse una mia opera. Ma col passare del tempo ho notato l'entusiasmo dei fans, le infinite e-mail di complimenti e soprattutto alcuni giudizi da fonti più che autorevoli inneggianti al capolavoro, queste erano le prove che mi mancavano.
[Palank] Anche lavorandoci in due, io e Ostri non ci sentivamo in grado di scrivere un romanzo che si rispetti. Abbiamo preferito rinunciare a una parte dei meriti e dei guadagni pur di scrivere un libro degno di quella storia. Avevamo bisogno di uno scrittore professionista che trasformasse i nostri punti deboli in ulteriori punti di forza e che chiudesse il cerchio riuscendo a infondere nello scritto una poesia e un sentimento inarrivabili per due freddi e coriacei "guerrieri" come noi. Chiara Guidarini era la candidata perfetta, i suoi libri ci hanno toccato il cuore come pochi altri, nelle sue storie fantasy è stata sempre capace di trasmettere ottimamente i sentimenti sia positivi che negativi. Non è stato facile rintracciarla, ancora una volta dobbiamo ringraziare internet dato che siamo riusciti ad arrivare a lei contattando via e-mail il suo editore. Fortuna ha voluto che Chiara accettasse questa sfida, noi eravamo entusiasti ma temevamo che una trama e una struttura così anomale e diverse dal solito la scoraggiassero, ma evidentemente così non è andata.

 

La Battaglia dei Draghi si svolge in un mondo particolare, come e quando nasce questo Mondo? E quanto è stato complesso trasportalo dal videogioco alla carta stampata?
[Ostri e Palank] La nostra ambientazione è enorme e dettagliatissima, è un intero mondo che nell'arco di dieci anni abbiamo completato e rifinito in ogni dettaglio. In realtà non è possibile definire bene una data di nascita precisa… praticamente è dall'età di 6-7 anni che fantastichiamo su mondi probabili e misteriosi, popolati di esseri mitologici nati dalle tradizioni medievali. Naturalmente per noi è bello inventare anche le storie che accadono su questo ipotetico universo parallelo. Tutto ciò che potevamo leggere sul fantasy però ci deludeva sempre, non eravamo mai soddisfatti delle storie a cui assistevamo e degli eventi che accadevano… come se il genere fantasy non fosse stato ancora sfruttato a dovere. Forse è stata proprio questa insoddisfazione, unita a una fervida immaginazione, che ci ha portati a creare alla fine un mondo nostro, con storie nostre che ci soddisfacessero pienamente. Iniziando dall’idea di un piccolo Regno che da solo riesce a tenere testa alle forze del male, abbiamo pian piano allargato gli orizzonti e definito questa ambientazione che è comunque in continua evoluzione. Grandi battaglie, imperi, reami, ordini cavallereschi, mostri, leggende: tutto nasceva pian piano, mentre, tra una sigaretta e un bicchiere di vino ne discutevamo. Ogni volta che si definiva una parte dell’ambientazione ci veniva spontaneo aggiungere anche una controparte, una specie di bilanciamento, e così il “mondo” si allargava. Per fare una similitudine è come un disegnatore davanti a un foglio bianco che comincia la sua opera: inizia da un dettaglio e man mano definisce contorni e proporzioni, arricchendo poi il tutto con i particolari.
[Chiara G.] Riuscire a trascrivere una storia non tua non è mai una cosa semplice. Posso dire in tutta onestà che non è stata una cosa facile, sebbene Ostri e Palank mi abbiano lasciato la massima libertà di muovermi all’interno della narrazione. Così, ho tentato di dare una voce ai loro personaggi, dare loro una storia e inserirla nel complesso mosaico della Battaglia dei Draghi. Questo mi ha conquistato del videogioco: la possibilità di caratterizzare vari personaggi e di creare un forte legame tra di loro.
Dal punto di vista tecnico, ho potuto assaporare il videogioco, appunto, giocandoci. Accanto a me tenevo un taccuino dove riportavo i dialoghi, lo svolgimento degli eventi, i nomi dei vari capitoli. E, nell’arco di qualche mese, avevo riempito pagine e pagine di appunti che, in realtà, mi facevano una gran paura. Come poter essere all’altezza di una stesura simile? Il canovaccio era pronto, certo, la storia c’era tutta… ma io non avevo mai scritto una storia che non fosse mia.
Proviamo, mi sono detta, se ai Sommi non piacerà, al massimo la cestineranno.
Ed eccoci qua!

 

La Battaglia dei Draghi ha una trama ricca e complessa, piena di sfaccettature e colpi di scena. Quanto è stato complicato animarla con personaggi degni di questa ambientazione? E come è nata questa compagnia di avventurieri? Cosa dobbiamo attenderci da loro?
[Chiara G.] Come ho detto prima, mi sono divertita molto con i personaggi. Ho seguito abbastanza fedelmente gli spunti che venivano dal videogioco, ma ho cercato di ampliarli in modo da dare a ciascuno dei protagonisti una propria, specifica, caratterizzazione.
Ecco allora il buffo Hissvard, sempre pronto al buonumore, la bella e isterica elfa Doethyl, il quieto e riflessivo Chierico Miguel, e tutti gli altri, fino al protagonista, Lothar, con la sua profonda, tragica, umanità.
Nell’inventare la loro vicenda ho cercato di sfruttare quello che ciascuno di essi mi sussurrava all’orecchio: di Goffredo, per esempio, sapevo solo che era un anziano, ex generale dell’esercito di Vetoio. Ma nel descriverlo, ho scoperto molte sfaccettature che ho adorato e, pian piano, la sua storia ha preso corpo, cominciando dalla giovinezza fino alla maturità per poi perdersi nella sfiducia dell’anzianità. Sfiducia che, grazie alla Fenice Blu, viene lentamente sopraffatta e sedata.
Quindi, per tornare alla domanda iniziale, non direi che è stato troppo complicato. Il poter intervenire sui personaggi è stata la carica che mi ha spinto ad accettare di prendere in mano il videogioco!
Per rispondere all'ultima domanda, cosa aspettarsi da loro, si può facilmente riassumere in: battaglie, litigi, colpi di scena. Ma anche amicizia, amore, grande e profondo senso di lealtà.
[Ostri] La compagnia dei protagonisti nasce per caso, come è giusto che sia. Ho sempre detestato le forzature, oppure quelle storie che lasciano poco o per nulla spazio all'imprevedibile. Sembrerà stupido a dichiararlo, ma ho cercato di creare una trama realistica in un mondo fantastico. In genere siamo abituati a storie in cui il protagonista vince battaglie impossibili come se bastasse solo il coraggio per essere invincibile, ma grazie all’impostazione che ho voluto dare alla storia, tutto questo non accade, anzi, a volte è necessario mettere da parte l’orgoglio e ripiegare con umiltà davanti a una situazione di palese criticità. Il lettore stesso, almeno nella prima parte del libro, stenterà addirittura a identificare i protagonisti, tanta è l'instabilità degli eventi.
Cosa attendersi dai personaggi? Grande e profonda rassegnazione e senso di sofferenza per un mondo sull'orlo del tracollo, ma paradossalmente anche una profonda speranza, l'unico appiglio rimasto in quei tempi di oscurità totale. 

 

Il vostro romanzo si pone l'ambizioso traguardo di arrivare in libreria e di conquistare il cuore di un editore (nonché dei lettori), come procede questa fase? Ci sono progetti imminenti? News? Propositi per il prossimo futuro?
[Chiara G.] Io credo che, quando si ha scritto una buona storia, l’ambizione spinga un po’ alla ricerca di qualcuno disposto a pubblicarla. Ancora non ci siamo mossi in tal senso, perché volevamo vedere che tipo di lavoro avevamo in mano una volta terminata la stesura, e soprattutto se era in grado di essere sottoposta a un editore. Ora stiamo affrontando le fasi di editing interno, e mi sento di dire che ormai siamo a buon punto. Abbiamo un’idea di quali editori contattare, e ci porremo con tutta l’umiltà di cui siamo capaci per chiedere una valutazione dello scritto. Ovviamente, siamo coscienti del fatto che non si tratta del “romanzo del secolo” e non abbiamo intenzione di presentarlo come tale, tuttavia crediamo in quello che abbiamo scritto, nei valori insiti nel romanzo stesso, nella morale, nei sentimenti che si rispecchiano nelle pagine del libro.
[Ostri e Palank] Per l'immediato futuro ci concentreremo senza dubbio sul romanzo e sulla sua presentazione presso un editore. Di progetti futuri in ambito editoriale non ce ne sono, La Battaglia dei Draghi è IL romanzo della nostra ambientazione, è autoconclusivo e contiene scene aggiuntive e inedite che contribuiscono a completare la storia della saga di Blue Dragon. Torneremo invece a programmare il terzo videogioco della saga che sarà l'ultimo e conclusivo, abbiamo già ricevuto parecchie richieste in tal senso e non è nostra abitudine deludere i sostenitori. L’unica differenza con gli altri due sarà che il tutto si svolgerà on-line, interagendo non solo con personaggi creati da noi, ma anche e soprattutto con gli altri giocatori simulando una vita parallela in un mondo fantastico.
Tutto questo dovrebbe accadere a breve termine. Per il futuro, invece, stiamo pensando cose in grande. Per ora è soltanto un’idea, ma crediamo che la storia raccontata nel libro e l’ambientazione abbiano le carte giuste per poter andare oltre un libro e un videogioco…

 

Come ultima domanda, vorrei chiedere a ciascuno di voi di descrivere, come meglio vi riesce, l'esperienza vissuta curando e pensando per lungo tempo La Battaglia dei Draghi. Qual è l'emozione ultima dopo questo lungo viaggio?
[Ostri] La pubblicazione del libro segnerà definitivamente la parola fine a tanti anni di lavoro insieme ai personaggi della Battaglia dei Draghi, archiviare una storia del genere e che ha segnato tanti anni della mia vita, non sarà facile. Spero un giorno, magari anche tra molti anni, di riuscire a organizzare e buttar giù nuovamente una storia di questa portata, ma in cuor mio temo proprio che non ci riuscirò mai più. So che questa storia è il capolavoro della mia vita, l'ho sempre saputo e temo proprio che non riuscirò mai più a "cucinarne" una di questo livello. Tuttavia mi posso ritenere più che soddisfatto, posso affermare che il romanzo ha surclassato di molto la bellezza della storia originale, cosa che inizialmente non avremmo mai neanche osato sperare. Il libro sarà un più che degno requiem per questa trama che mi ha accompagnato per tanti anni.
[Chiara
G.] Quando ho scritto la parola “fine” sulla prima bozza mi sono messa a piangere. È la verità. Mi sentivo come svuotata, i personaggi non avevano più nulla da narrarmi, la loro storia era completa e io non li avrei più rivisti. Era una cosa che non mi era mai capitata. Forse perché, i romanzi che ho scritto finora, erano proprio “miei” e potevo rimaneggiarli quante volte volevo, scomodando ciascun personaggio nato dalla mia fantasia. Ma la Fenice Blu, lo stendardo che brillava nel sole, il sorriso di Lothar… quelle erano cose che non avrei più toccato, se non durante l’editing, ma non è la stessa cosa che lavorarci in prima bozza.
[Palank] Una parola soltanto: soddisfazione. E’ proprio ciò che sento ora. Il libro non solo mi ha appassionato lo stesso nonostante conoscessi già la trama, ma mi ha emozionato più volte. Chiara è riuscita a trasformare in parole ciò che nel videogioco si poteva solo intuire o immaginare. Niente da dire, si è dimostrata più che degna della sua fama.
A questo punto del lavoro è sempre un piacere ricordare come tutto ha avuto inizio: i discorsi iniziali, il progetto, la struttura… una cosa che non è stata detta è che una buona parte di ciò che c’è di mistico è frutto della fusione di vari miti esistenti e di varie civiltà diverse che grazie alla nostra ambientazione trovano un filo conduttore comune che ne spiega l’origine e la diffusione e che potrebbe essere addirittura una spiegazione plausibile anche nella realtà. Per concludere vorrei citare una frase di un film che mi ha sempre colpito e che la ritrovo pienamente in questo lavoro: “è così che comincia sempre tutto: dal molto piccolo”. Ora che i personaggi hanno una loro storia, ora che esiste un’ambientazione ufficiale e un intero mondo fantastico, ora che il libro è in dirittura d’arrivo ricordo con piacere come è nato tutto… è stato un Big Bang!

 

Luca Azzolini di FantasyMagazione

 

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