SOLIS EXURGENS RISING SUN ORDER

" S o l e m   A n t e c e d a m u s "

 

  GdR - Ambientazione 

 

Anno di Grazia 933,

Tramandato a voi da Sir Erbanof, Frater Venator,

Fratelli, un grande lutto colpisce l’Ordine: il nostro beneamato Magister, che fu Sir Maldus da Ofelia, ci ha lasciati.

Egli è morto ieri l’altro adempiendo al grande scopo della nostra Comunità, egli si è battuto coraggiosamente contro il più pericoloso Nemico degli ultimi cent’anni, il cui nome ha fatto tremare intere generazioni di esseri innocenti: Lord Kirombar, il grande Arcivampiro che aveva dimora nel continente Orientale.

Io solo sono testimone del suo estremo sacrificio per liberare la Terra dal Male.

L’intera missione era iniziata due settimane or sono, quando il Magister, ricevute sicure informazioni sul luogo in cui l’essere si nascondeva, ha preso il comando di una spedizione di membri dell’Ordine; eravamo sette in tutto, lui compreso, ciascuno con grande esperienza, ma soprattutto nelle nostre fila vi erano due Aspiranti Vassalli di grande valore.

Dopo aver preparato il nostro equipaggiamento, ci siamo imbarcati su una delle navi più veloci del Regno e siamo sbarcati nelle prossimità del piccolo maniero dove viveva il Nemico all’inizio di questa settimana, sapevamo che il compito era arduo e non per niente eravamo un gruppo così numeroso, forte di un’esperienza incommensurabile e di una forza così elevata ed era per questo inoltre che come nostro leader si era unito il Magister stesso.

Fratelli, vi giuro che per quanto ci fossimo preparati allo scontro mai avremmo potuto immaginare la potenza del nostro nemico, è stato terribile!

Durante il giorno, mentre il Nemico dormiva, ci siamo intrufolati nel maniero, abbattendo all’incirca una trentina di servitori conosciuti come ghoul, e ne abbiamo esplorato ogni anfratto al fine di conoscere l’esatta ubicazione di ogni pietra e di ogni mobile all’interno di esso.

La notte poi ci siamo tornati: tutto andava bene fino a quando non siamo giunti nel salone principale, che al momento pareva vuoto, ma che appena fummo passati tutti dall’arco d’ingresso si rivelò essere una trappola.

Almeno un centinaio di ghoul ci balzarono addosso, erano probabilmente appesi al soffitto, e, prima ancora di riuscire a sfoderare le spade, perdemmo in rapida successione due dei nostri compagni.

Alla meno peggio, noi superstiti riuscimmo a farci largo fino alla sala successiva, nella quale però ci aspettavano altri ghoul e quattro vampiri minori, come se non bastasse gli altri esseri che prima non avevamo distrutto ci bloccavano l’unica via di ritirata; allora ci unimmo spalla a spalla in un cerchio con il petto rivolto agli avversari e cominciammo a lanciare incantesimi tutto intorno a noi, in questo modo riuscimmo ad eliminare buona parte dei ghoul e tre vampiri e, soprattutto a tenere a distanza gli altri.

Fu a quel punto che successe l’irreparabile: l’ultimo vampiro con un salto impressionante riuscì a colpire e a squarciare con i suoi artigli  la gola di uno dei Fraters Aspirante Vassallo, prima che il Magister lo annientasse con l’Actum Trafigendi. A quel punto il cerchio difensivo fu spezzato e io stesso fui ferito in modo grave da un ghoul e spinto a lato nella stanza; non riuscivo più ad alzarmi o ad emettere un gemito e quindi presumo che gli esseri infernali mi considerarono morto, tanto che non si avvicinarono per finirmi.

Da quel mio posto riparato vedetti la fine degli altri tre componenti della squadra, che si batterono con coraggio, ma ormai esausti caddero uno dopo l’altro; a quel punto, unico rimasto, il Magister utilizzò una potente magia esplosiva (ormai consapevole di non poter più ferire i propri compagni) che disintegrò i nemici rimanenti.

Era assai affaticato Fratelli, respirava con fatica e perdeva sangue da un buon numero di piccole ferite; fu allora che il Nemico si presentò, preceduto da una risata così fredda che mi fece raggelare il sangue nelle vene. Non vi descriverò il suo aspetto, sappiate solo che mai prima ho visto qualcosa di più terribile. Anche se esausto il nostro Magister combatté con fiero coraggio evitando gli incantesimi oscuri e rispondendo con i suoi, parando e rispondendo con la spada agli artigli del Nemico.

Ma ad un certo punto ormai stremato scivolò sul suo stesso sangue che ormai perdeva copiosamente e cadde di schiena sul pavimento di pietra, il nemico allora lo finì piantandogli gli artigli nel petto.

Non so come fece, ma in qualche modo mentre l’essere immondo lo colpiva egli riuscì a trafiggergli il cuore con un paletto di frassino.

Fu una morte eroica, ma con il suo sacrificio riuscì ad abbattere un sì forte nemico.

Io riuscii a sollevarmi solo dopo qualche ora e a raggiungere i cavalli, che fortunatamente non abbisognavano della mia guida per tornare al Regno.

Ora sono qui nell’infermeria dell’Ordine e mi sto riprendendo, ma il mio pensiero principale è di far conoscere a tutti l’eroico atto e la nobile fine che fece un vero uomo, un uomo coraggioso e nel pieno della vita, che non pensò di nascondersi dietro al proprio ruolo per svicolare dal dovere e anzi si mise alla testa di una spedizione di uomini altrettanto straordinari  ben sapendo che poteva non fare ritorno.

Ricordatelo sempre Fratelli, seguite il suo esempio e fate in modo che mai il loro estremo Sacrificio sia stato vano.

Vi saluto Fratelli,

Frater Sir Erbanof

 

 

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