< Bestiario Medioevale

Della Fenice

 

 

 

 

 

E' uno dei "mostri" più conosciuti di tutti i tempi. E' l'uccello Sacro del fuoco e secondo la tradizione è originario dell'Arabia. Vive più di cinquecento anni e quando si accorge di stare per morire prepara una pira funeraria con dei rami di erbe aromatiche fra cui la Mirra e al tramonto, rivolta verso il sole calante con le ali aperte, da fuoco alla pira, lasciandosi consumare dalle fiamme.
Ma nove giorni dopo l'uccello risorge dalle sue stesse ceneri. 

"Il nostro Signore Gesù Cristo mostra le caratteristiche di questo uccello, dicendo: 'Io ho il potere di interrompere la mia vita e di riprenderla' (Giovanni, 10-18). Se perciò la Fenice ha il potere di distruggersi e di rivivere, perchè va scioccamente contro la Parola di Dio? Il nostro Salvatore discese dal paradiso riempiendo le sue ali con la fragranza del Vecchio e del Nuovo Testamento, Egli offrì se stesso a Dio suo Padre per la nostra salvezza sull'altare della Croce, e nel terzo giorno resuscitò. [...] Perciò la Fenice è il simbolo della resurrezione, non è un esempio di uccello, ma un esempio per l'uomo. (Chi Crede in Dio non muore per sempre NDOstri&Palle) Anche tu o uomo, costruisci una coperta per te stesso e spogliati della tua vecchia natura umana con la tua prima morte e mettitene una nuova. Cristo è la tua coperta, il tuo scudo, il tuo fodero e ti nasconde nel giorno del male. Vuoi sapere perchè la Sua copertura è la tua protezione? La tua copertura è il destino, riempila con le fragranze delle tue virtù di castità, pietà e giustizia. Quindi come la Fenice usa fragranze di erbe aromatiche, così l'uomo deve usare le fragranze delle sue virtù per resuscitare. Il punto dell'esempio è che tutti dovrebbero credere nella verità della venuta della resurrezione.
Notate come la natura degli uccelli offre alle persone la prova della resurrezione come proclamano le Scritture e il lavoro della natura Conferma.
"
(tratto dal testo autentico di un Bestiario Medioevale).

Eccezionale! Semplicemente fantastico!!! In questo brano del Bestiario addirittura l'autore chiama "natura" la Fenice e la usa per confermare quanto detto dalle Sacre Scritture!!! La Fenice viene chiamata "natura"!!! A chiunque oggi parlando di natura viene in mente un boschetto con un daino... all'autore del Bestiario invece veniva in mente una Fenice!!!
Forse un'altra conferma dell'effettiva esistenza di tali "bestie"?

Mitologia Classica: la Fenice è sicuramente l’essere più spettacolare predente nei bestiari fantasy: è un uccello mitico, in grado di rinascere dalle proprie ceneri! La sua origine è oscura: sappiamo che il suo culto era vivo anche ai tempi degli Egiziani e degli Assiri, ma nulla conosciamo sulla loro concezione di quest’essere, se era considerato una creatura buona o malvagia…
In seguito, molti scrittori dell’età classica, come Ovidio, e molti storici e naturalisti latini e greci, come Erodono e Plinio, hanno sottolineato la singolare capacità della fenice di risorgere dalle sue ceneri.
In particolare, una descrizione molto suggestiva la ritroviamo nelle “Metamorfosi” di Ovidio:
“... ma vi è un unico uccello, che si rinnova e da sé si rigenera: gli Assiri lo chiamano Fenice; non di frumento né di erbe, bensì vive di lagrime di incenso e di stille di amomo. Quand'esso ha compiuto cinque secoli di vita, con le unghie e con il puro rostro si costruisce un nido fra i rami di un leccio o nella sommità di una flessibile palma. E non appena qui vi ha cosparso spighe di delicato nardo e trito cinnamomo e fulva mirra, sopra vi si adagia e fra gli aromi conclude il suo tempo. Ma da qui, come si tramanda, dal corpo paterno nuovamente nasce una piccola Fenice, destinata a vivere altrettanti anni” .


La Fenice egizia:

Bello come un fuoco imperituro, il sacro uccello Fenice si presenta come un aquila vigorosa il cui purpureo e dorato manto del corpo e delle ali lasciano il posto ai riflessi lucenti della coda e alle due piume ritte in capo,l’una azzurro tenue l’altra rosa.

Considerato da sempre il Re degli Uccelli, è un esemplare unico nel vero senso della parola: non esistono due fenici che possano mai solcare i cieli insieme. La Fenice è infatti un animale immortale, che circa ogni 500 anni si rinnova, ardendo in un aromatico fuoco ramoscelli di mirto, incenso, sandalo, legno di cedro, cannella, spigonardo, mirra e le più pregiate piante balsamiche, per poi risorgere in un pulcino che dopo tre giorni troverà il vigore dell’uccello adulto e cantando con il suo canto arcano e sovrannaturale spiccherà il volo verso i limpidi cieli del mondo o secondo la leggenda verso l’albero sacro di Heliopolis, la città del sole a lei sacra.

La leggenda dell’araba Fenice ha inizio in Egitto, dove con il nome di BENU (“risplendere,sorgere o volare”), si presenta come mistico emblema del dio Ra e in alcuni miti come sua forma fisica nel mondo.BENU era molto simile all’odierna concezione dell’animale adulto, incoronato però con l’Atef (corona dell’ Alto Egitto con due piume di struzzo) o con il disco solare.

Spesso “scambiato” con altri animali in parte ad esso simili da molti popoli dell’antichità ( il fagiano per i Romani o l’Ibis per gli Ebrei ad esempio), solo gli antichi Egizi avevano l’abitudine di “rappresentare” e non identificare la  Fenice con l’airone cinereo nei riti di Heliopolis, il cui passaggio era segno di buon auspicio.

Sempre nell’antico Egitto ha origine la leggendaria immortalità della Fenice, spiegata qui come in un dono del risorto Osiride al BENU, a cui svela il segreto della risurrezione , e ad Osiride oltre a Ra è anticamente legata qui come simbolo del rinnovamento spirituale e della rinascita e soprattutto come forza vitale che sia per prima nata nel caos originale prima dell’opera del Dio Ptah, nascendo dal sacro fuoco di Heliopolis, unica e insostituibile, “sempre eadem”.

Comparsa in tutte le civiltà anche se con nomi o aspetti diversi, le Fenici pongono un quesito interessante tanto quello sull’esistenza dei Draghi.

Di Fenici se ne parla anche se con diverse rielaborazioni del mito nel Fisiologo ( che ne evidenzia l’amore per gli aromi spesso sacri e indispensabili al suo rito di rinnovazione) o negli scritti di Erodoto («Un altro uccello sacro era la Fenice. Non l'ho mai vista coi miei occhi, se non in un dipinto, poichè è molto rara e visita questo paese (così dicono ad Heliopolis) soltanto a intervalli di 500 anni: accompagnata da un volo di tortore, giunge dall'Arabia in occasione della morte del suo genitore, portando con sè i resti del corpo del padre imbalsamati in un uovo di mirra, per depositarlo sull'altare del dio del Sole e bruciarli. Parte del suo piumaggio è color oro brillante, e parte rosso-regale (il cremisi: un rosso acceso). E per forma e dimensioni assomiglia più o meno ad un'aquila.»), o ancora con Ovidio nelle Metamorphoses.

Si parla di Fenici anche in Cina ( FENG, uno dei quattro mistici protettori dell’impero di cui emblema solo i reli se ne potevano ornare), , Ho-ho per i giapponesi, milcham per gli Ebrei.

Paralleli alla sua leggenda sono il Quetzacoatl, il Serpente-piumato Atzeco con capacità rigeneratrici pari alla nostra Fenice o il Waconda fra gli indiani Dakota, l’uccello del tuono, accompagnatore delle anime nei campi dei moti come in Egitto lo era la Fenice associata ad Osiride.

Perciò le Fenici pongono un quesito interessante quanto a quello sui draghi sulla propria esistenza e il mistero di queste creature continua a persistere nel mondo odierno.

 



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