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Mitologia Nordica





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La Creazione

  Era al principio dei tempi: Ymir vi dimorava
non c’era né mare né spiaggia né onde gelide;
terra non si distingueva ne cielo, in alto:
un baratro informe c’era ed erba in nessun luogo.

Finché i figli di Bor trassero su le terre
loro che Terra di Mezzo vasta foggiarono.
Dette luce da mezzogiorno il sole alle pareti di pietra;
allora germogliò la terra di porro verde.

Da mezzogiorno il sole, compagno della luna,
stese la mano destra verso l’orlo del cielo;
il sole non sapeva dov’era la sua corte,
le stelle non sapevano dov’era la loro dimora,
la luna non sapeva qual era il suo potere.

Andarono all’ora gli dei tutti alle sedie del giudizio
divinità santissime e su questo deliberarono:
alla notte e alle fasi lunari nome imposero;
al mattino dettero un nome e al mezzogiorno,
al pomeriggio e sera per contare gli anni.

cit. da Il canzoniere Eddico

 

Introduzione: i Vichinghi

Prima di addentrarci nella loro cultura e mitologia, parliamo un momento dei Norreni, Vichinghi, Dani, popolo del nord, Normanni, così erano chiamati, un misterioso e possente popolo barbaro, tanto feroce e sanguinario quanto forte in battaglia, un popolo pagano, guidato da violentissime tradizioni e da divinità altrettanto belligeranti. Non si può comprendere tanta violenza se non ci si addentra nel loro modo di vedere il mondo. Le loro razzie e scorrerie in nord Europa furono considerate nel medioevo una vera piaga, spesso come una punizione divina, tale era la barbarie dei saccheggi norreni. La possanza fisica di questi forzuti energumeni Vichinghi contribuì a diffondere rapidamente un oscuro timore nei loro confronti.
La prima razzia in Inghilterra fu il 6 gennaio 793, al monastero di Lindisfarne. I monaci disarmati e inermi furono barbaramente uccisi, affogati per divertimento, i più giovani e robusti portati via come schiavi. Ogni luogo sacro del monastero venne dissacrato e volutamente vilipeso. Tutti gli ori e paramenti sacri furono trafugati.
Ma questo non fu che il principio, la prima di una lunghissima serie di razzie, che presto divennero una tragica e costante consuetudine in tutte le coste inglesi e nel nord della Francia. Interi villaggi incendiati ed estinti, le donne e le suore prese come schiave, massacrati gli abitanti fino all'ultimo neonato.
Un popolo che viene all'improvviso, dal mare, dal gelido nord, al cui passaggio lascia solo morte, un fuoco che consuma regione dopo regione, e si lascia alle spalle distruzione e cenere, monasteri e villaggi in fiamme.
Poi dai drakkar (le navi vichinghe) in gran numero, cominciarono a sbarcare sempre più guerrieri, e le razzie si trasformarono in vere e proprie conquiste territoriali. I Sassoni cercarono in ogni modo di arginare l'avanzata norrena, ma i regni d'Inghilterra cadevano uno dopo l'altro (vedi video qui sopra)...
Gli assalti vichinghi, gli attacchi a tradimento, all'improvviso, la loro totale mancanza di umanità e di onore, l'assoluta mancanza di pietà persino per i bambini disarmati, l'assoluta viltà nell'infrangere tregue o accordi, sempre nel sangue, persino il non rispetto dei luoghi sacri, tutto questo contribuì a crearne una leggenda di terrore in tutto il mondo medievale, facendoli considerare più demoni che esseri umani.
La serie TV Vikings, ben curata a livello scenografico e dalle caratteristiche atmosfere evocative, ha dato un nuovo slancio d'interesse verso la cultura vichinga da parte del grande pubblico.


La mitologia Vichinga

Al principio, prima degli inizi del mondo non era che Abisso: Ginnungagap, che si trovava tra la desolata ragione delle nebbie e del gelo del Niflheimr e tra il calore e il fuoco del Muspellheimr.
Questi due mondi si sono incontrati al di sopra del nulla in un'esplosione di neve e fiamme, lave e torrenti.
Dalla fusione degli elementi contrari scaturirono Adhumula, la "nutrice", un'enorme mucca e il malvagio Ymir, un gigante tanto grande che disteso ricopriva tutta la terra e che si nutriva del latte della mucca.
Nelle smisurate cavità del suo corpo, si celava un fuoco potentissimo che faceva sì che il suo corpo avesse una temperatura altissima, da qui deriva un suo appellativo: Aurgelmir, colui che fa bollire il fango. Una notte, Ymir, nel sonno, incominciò a sudare e
dal suo sudore nacque la prima coppia di giganti e il mostruoso Thrudhgelmir, un gigante a sei teste.
La mucca, leccando la brina che ricopriva le montagne di ghiaccio diede forma ad un essere antropomorfo, Buri, il quale, avvalendosi della doppiezza sessuale del suo corpo, generò un figlio, Bor, che unendosi alla gigantessa Best, figlia di Bolthorn, procreò tre figli: Odino, Vili e Vè, i “reggitori del cielo e della terra”, che ingaggiarono una furiosa lotta con Ymir.
Il gigante morì, colpito violentemente alla testa dai tre fratelli che provocarono così, un enorme fuoriuscita di sangue, scatenando un vero e proprio diluvio che inondò e travolse ogni cosa.
La marea rossa condannò ad una morte atroce tutti i giganti, tranne Belgermir, figlio di Thrudhgelmir, che insieme alla moglie riuscì a salvarsi aggrappandosi ad un tronco cavo.
La carcassa di Ymir precipitò nell'abisso degli abissi e con essa, i tre fratelli, plasmarono l’universo.
Tra i resti del gigante si agitavano delle larve, Odino ed i suoi fratelli infusero loro l'intelligenza e la coscienza e così nacquero i primi gnomi, esseri di statura minuscola, progenitori dei nani e degli Elfi. Poco dopo, i tre fratelli presero il cranio di Ymir e ne fecero la volta celeste. A sostenere l'enorme volta posero quattro nani: Austri, Vestri, Nordhi e Sudhri, i loro nomi indicano i quattro punti cardinali.
Elfi e i nani che era rimasti a lungo in prossimità di Muspelhimr, il lato luminoso del mondo, diventò più armoniosa e raffinata e andarono a vivere ad Alfheimr, invece a Svartalfaheimr, regno delle grotte, degli abissi e delle viscere della terra, si diffusero gli Elfi neri ed alcuni nani, che estesero il loro dominio su miniere, metalli, tesori e controllarono così, anche le forze e le scienze oscure, domarono il fuoco e divennero mastri fabbriferrai che tempereranno per Orlando la spada Durlindana, Gungir per Odino, il gladio di Gano Maganza, la spada maledetta di re Heidrek e il martello sfolgorante di Thor.
Gli dei crearono poi la prima coppia umana, formandola da due tronchi d’albero trovati sulla riva del mare:

 

[…] trovarono due alberi, li raccolsero e ne fecero due esseri umani; il primo diede loro anima e vita, il secondo intelletto e movimento, il terzo aspetto, parola, udito e vista; e diedero loro vesti e nomi. L’uomo si chiamò Askr, ma la donna Embla, e da loro nacque la stirpe degli uomini cui fu assegnata la terra giù sotto Midhgardhr. Poi essi costruirono nel centro del mondo quella rocca che è chiamata Ásgardhr […] e là Odino si assise sull’alto seggio e vide tutti i mondi e l’agire d’ogni uomo e sapeva tutte le cose che vedeva. Sua moglie si chiamava Frigg, figlia di Fiörgvinn e da loro proviene quella discendenza che noi chiamiamo le stirpi degli Asi e che hanno abitato l’antico Ásgardhr e quelle terre che gli appartengono – ed è una stirpe divina.  Allfödhr egli può essere chiamato, poiché è il padre di tutti gli dei e gli uomini e di tutto quanto è stato compiuto da lui e dalla sua potenza. La terra era sua figlia ed era sua sposa, con lei generò il suo primo figlio, cioè Ásathórr: questi ebbe in sorte vigore e forza tanto da essere superiore a tutti gli esseri viventi.

 Cit. da Edda

 

I nove mondi

L’universo che Odino e i suoi due fratelli avevano creato era formato da nove mondi composto da cinque dischi che non erano a diretto contatto ma separati da uno spazio intermedio:

Asgardhr

Dimora degli Asi, divinità guerriere imparentate con Odino e i suoi fratelli.

Ad Asgard sorgeva il palazzo degli Asi, che si chiama Walaskialf, in esso c'è il trono Hlidskialf, sul quale siede Odino in compagnia di Frigg, sua sposa. Oltre al palazzo vi era anche il Valhalla: un’immensa sala dal soffitto composto di lance, le pareti di scudi e i sedili di corazze, circondata da giardini e praterie e abitata dagli einherjar, le anime dei guerrieri morti in battaglia.

Al mattino i guerrieri escono nelle praterie e passano la giornata combattendo fra loro e a sera coloro che sono rimasti uccisi resuscitano e insieme agli altri, tornano cavalcando al Valhalla dove banchettano tutta la notte cibandosi delle carni inesauribili di un grande cinghiale e bevendo birra che viene loro servita dalle bionde Valchirie.

 

Alfar o Alfheimr (sopra)

Regno degli Elfi della Luce

 

Alfar o Svartalfheimr (sotto)

Dimora degli Elfi delle Tenebre

 

Vànaheimr

Dimora dei Vani, dei della fertilità e della pace, etimologicamente il nome deriva dalla radice VEN o VINR che significano “desiderare” o “amore”.

 

Midhgardhr

Terra di Mezzo, dimora degli uomini.

 

Iötunheimr

Mondo dei giganti, che si trova nelle regioni orientali e settentrionali di Midhgardhr.

lotunheim conteneva anche una regione selvaggia, la Foresta di Ferro, rifugio delle donne Troll, mostruose gigantesse capaci di generare creature feroci in forma di lupi.

 

Muspelheimr

Regno del fuoco

 

Nifheimr

Regno delle nebbie e del gelo

 

Utgardhr

Recinto esterno o zona marginale

 

Helheimr

Dimora di Hel, qui vi si trovava la roccaforte Hel, protetta da mura possenti, da cancelli di pietra e da un cane feroce, era presieduta da Hel, fanciulla dal corpo mostruoso che aveva le doppie insegne della vita e della morte. Nella sua gelida sala trovavano accoglienza quanti morivano di malattia e di vecchiaia, coloro, che invece si erano macchiati di colpe durante la loro vita, venivano dati in pasto al feroce drago Nidhogg nelle regioni più oscure del Niflheimr.

 

Yggdrasill

La terra e il regno degli Asi sono collegati dal Bifröst, l'arcobaleno, costantemente sorvegliato da Heimdallr, il dio guardiano di Asgardhr, e che ogni giorno gli dei percorrono per recarsi a consiglio presso il magnifico frassino Yggdrasill che si leva al centro del mondo.

 

"Io so che esiste un frassino chiamato Yggdrasill.
un alto albero bagnato di bianca brina;
di là derivano le rugiade che cadono nelle valli,
e sempre verde sta presso la fonte di Urd"

Cit. da Volupsa

 

Le radici dell’Yggdrasill sono le fonti stesse della vita.
Esse si immergono nei tre grandi domini: quello degli Asi, dei Giganti e degli uomini.
Presso la radice che si trova nel Niflheim, c’è la fontana Hvergelmir, sorgente di tutti i fiumi che irrigano la terra, ma è fonte di distruzione e di morte perché nutre il drago alato Nidhogg.
Presso la radice che si trova nel lötunheimr, il mondo dei giganti, c’è la sorgente Mimir. Chi beve l'acqua di questa fonte ottiene sapere e saggezza.
La terza radice è situata nella terra degli Asi, là si trova la sacra fontana di Urdarbrunnr, fonte del destino, è presso questa fonte che ogni giorno tenevano consiglio gli Dei, ai piedi del Giura, sopra una spianata erbosa chiamata Nernetzan o Campo delle Norne, si radunano gli Dei banchettando con piatti d'oro e dopo il banchetto gli Dei danzavano fino alle prime luci dell'alba, poi si tramutavano in ombre e svenivano nell'aria.
Urdhr, una delle tre Norme, attinge dell'acqua sacra dalla fonte e ne bagna il frassino per ridargli vigore e aiutarlo a superare gli assalti subiti da Nidhogg e dalle creature che lo abitano: la capra Heidrun rosicchia la corteccia dell'albero e fornisce idromele per gli eroi mortali che avrebbero liberato il mondo dai draghi.
Fra gli uccelli che risiedono tra le fronde del frassino, oltre al falco Verdrfolnir, c’è un aquila, la quale è la più grande e pericolosa nemica del drago Nidhogg.
I messaggi di odio tra l’aquila e il drago vengono trasmessi dallo scoiattolo Ratatosk che corre lungo il tronco: la lotta tra i due animali è l'eterno combattimento tra luce e tenebre, tra saggezza e ignoranza.
Infine, le foglie dell’Yggdrasill vengono brucate da quattro cervi.
Yggdrasill è, allo stesso tempo, albero della scienza, del destino e asse del mondo, è l'energia instancabile della vita, eternamente assalito, sopravviverà al ragnarok e sotto le sue fronde troverà riparo la coppia Lif e Lifthrasir, che daranno vita ad una nuova umanità.

 

Le Norne

Presso la fonte di Urdarbrunnr, vivono le Norme, che tessono il filo del destino dei mortali:

  Da quel luogo vengono donne, di molto sagge,
tre, da quello spazio che sotto l’albero s’estende;
ha nome Urdhr l’una, Verdhandi l’altra
- sopra una tavola incisero rune – Skuld quella ch’è terza;
queste decisero il destio, queste scelsero la vita,
per i vivebti nati, le sorti degli uomini.

cit. da Il canzoniere Eddico

Le Norne, oltre ad irrorare ogni giorno i rami dell’Yggdrasill con acqua e argilla per evitare che seccassero o marcissero, decidono il destino di ogni uomo. I loro nomi erano Urdhr "destino", Verdhandi "ciò che diviene" e Skuld "debito-colpa”. Oltre alle tre Norne più famose ne esistono molte altre che possono essere di stirpe divina, della stirpe degli Elfi o di quella dei Nani. Le Norne di natura divina determinavano una vita buona, coloro che incappavano nella sventura, lo dovevano alle Norne cattive.

 

Le Valchirie

Le Valchirie, erano ragazze guerriere che cavalcavano in cielo ornate di corazze luccicanti, avevano il compito di arbitrare le battaglie, di assegnare il destino di morte ai guerrieri e di condurre le anime degli eroi uccisi in battaglia nel Valhalla.
Loro capo era Brunilde, condannata da Odino ad essere spogliata della sua divinità, poiché aveva disubbidito al preciso ordine di aiutare in combattimento Hudingus invece che Siegmund, ridotta al rango di donna comune, essa giacque addormentata su una rupe in vista del Reno, circondata dalle fiamme, solo il più grande degli eroi, un uomo che non conosceva paura, avrebbe potuto risvegliare la Valkiria addormentata, quest’eroe fu Sigfrido.

 

La guerra tra Vani e Asi

Si narra che la strega Gullveig, il cui nome significava ebbrezza dell'oro, appartenente al popolo dei Vani, si recò un giorno nella terra degli Asi per portarvi zizzania e cupidigia.
Gli Asi la catturarono e decisero di bruciarla: centro della Valhalla fu eretta una pira fatta con delle lance acuminate su cui appiccato le fiamme, ma per ben tre volte la donna uscì indenne dal rogo con un sorriso beffardo, alla fine però il suo corpo venne consumato dalle fiamme, e di Guìlveig rimasero solo le sue ceneri.
Guilveig era parente di uno deglì dèi Vani, appresa la notizia, i Vani mandarono degli ambasciatori presso gli Asi chiedendo una conferma. Odino, comprese che l’invio di Gullveig tra loro non era altro che una manovra dei Vani per muovere guerra verso di loro, ma, conscio del valore e della potenza degli Asi, Odino non si tirò indietro e annunciò che avevano giustiziato la strega in pubblico per punirla delle sue malefatte, i Vani, che stavano aspettando solo questo, dichiararono guerra agli Asi.
Gli Asi si recarono a Vànaheimr e Odino scagliò con forza una lancia nel territorio nemico, dichiarando con quel gesto che le ostilità potevano avere inizio.
Sia gli Asi che i Vani combatterono con orgoglio e determinazione, ma le sorti della guerra rimanevano in costante equilibrio. Un giorno però i Vani riuscirono a frantumare le mura di Asgardh. Di fronte a tanta rovina, stanchi di una lotta quasi fratricida combattuta tra dèi di pari dignità, le due famiglie rivali decisero di riporre le armi e le magie malefiche e di stipulare un trattato di pace equo.
Allora decine di divinità, accompagnate dai loro servitori, si recarono ad un supremo summit per definire le condizioni della pace, dopo estenuanti trattative, decisero che la cosa migliore fosse scambiarsi degli ostaggi, solo così si poteva garantire il rispetto della tregua, in questo modo avrebbero avuto modo di conoscersi meglio, imparando ad apprezzarsi reciprocamente e forse, in un futuro più o meno lontano, i due gruppi di dei avrebbero potuto anche fondersi in un'unica grande compagine divina.
Per suggellare il loro patto, i rappresentanti degli Asi e dei Vani si fecero portare un otre e vi sputarono dentro, e, dopo aver pronunciato delle formule misteriose, dall'otre nacque Kvasir, la creatura più saggia dell'universo, vivente testimonianza dei divini accordi.
Kvasir verrà poi ucciso da Fialarr e Gallar, due nani, che mischiando il suo sangue a del miele ricaveranno il prezioso idromele della saggezza.
I Vani mandarono Njördhr e suo figlio Freya dagli Asi, mentre dai Vani andarono Hoenir, dio della notte, e il saggio Mimir.
Freya, insegnò agli Asi l'arte della magia e fu venerata come dea della fecondità, dell'amore e della lussuria e Njördhr si adattò alle consuetudini e alle leggi degli Asi rinunciando ad avere per moglie sua sorella, come era invece costume fra la sua gente, anch'egli, come tutti i Vani, era una divinità della fecondità, ma anche il dio del mare.
Hoenir e Mimir vennero accolti con entusiasmo, ma presto i Vani si accorsero che Hoenir, che avevano eletto loro capo, non riusciva a prendere da solo decisioni importanti, così i Vani si sentirono ingannati nello scambio degli ostaggi e si vendicarono decapitando Mimir ed inviando la sua testa a Odino che questi, con erbe e canti magici, riuscì a preservarla e fece in modo che avesse ancora la facoltà di parlare, si dice che la testa di Mimir, nell'ultimo giorno, dirà a odino parole di saggezza. La guerra, malgrado tutto, finì.



Ragnarok

La morte di Balder

Balder era tormentato dagli incubi: anche se sapeva perfettamente di essere amato da tutti, ogni notte sognava che qualcuno stesse per ucciderlo.

Odino, preoccupato per i sogni del figlio, si recò a Niflheim, la terra dei morti, dove c'era la tomba di Volva, la veggente che conosceva i segreti del futuro.

Odino la costrinse ad uscire dalla tomba per interrogarla, ed essa gli disse che il dio Balder presto sarebbe morto, ucciso da suo fratello Hódhr, il dio cieco.

Ritornato tra gli dei, Odino informò la moglie Frigg del destino che attendeva il figlio.

Frigg partì subito per un lungo viaggio, attraversando tutti i paesi del mondo e ad ogni cosa che incontrava faceva giurare di non fare mai del male a Balder, giurarono tutti: l'aria e l'acqua, la terra e il fuoco, le piante, gli animali e le pietre, in questo modo Balder divenne invulnerabile.

Solo la pianticella del vischio non giurò: Frigg, infatti, l'aveva ritenuta troppo debole e innocua per costituire un pericolo.

Loki trasformatosi in una vecchia, si recò da Frigg e con l'inganno venne a sapere dalla dea che il vischio non aveva giurato, così il dio malvagio costruì un bastoncino dalla punta affilata fatto con il vischio e si recò all'assemblea degli dei.

Loki si avvicinò al cieco Hòdhr e gli porse il bastoncino di vischio dicendogli di colpire Balder e di non preoccuparsi poiché guiderà lui la sua mano verso il bersaglio, vista la sua cecità.

Hòdhr sicuro che niente avrebbe potuto scalfire l’invulnerabile fratello lanciò la freccia e colpì a morte Balder.

Frigg, non rassegnatasi alla morte del dio Balder, inviò Hermod, un altro suo figlio, da Hel, la regina dei morti, ma Hel disse che avrebbe lasciato libero Balder solo se tutti avrebbero pianto la sua morte.

Tutti piansero per Balder: gli dei, le piante, gli animali, anche i sassi, solo Loki, che aveva assunto le sembianze di una gigantessa si rifiutò di piangere, così per Balder non ci fu più alcuna speranza. Loki fu portato in una grotta e fu legato strettamente a tre pietre e per rendere più severa la punizione, gli dei posero un serpente sopra il dio malvagio, in modo che il veleno gli gocciolasse sul viso.

Tuttavia Loki non fu lasciato solo con il suo tormento, gli dei permisero a sua moglie Sigyn di sedere accanto a lui e di lenirne le sofferenze.

 

Crepuscolo degli Dei
 

Con la morte di Balder ebbe inizio il Ragnarok, il crepuscolo degli dei.

“I fratelli combatteranno,
vicendevoli uccisori,
e figli di fratelli
distruggeranno le stirpi;
tempi duri fra gli uomini,
fornicare immane.
Età d’ascia, età di spada,
s’infrangeranno gli scudi,
età di venti, età di lupi,
prima che crolli il mondo”

cit. da Edda

 

La grande battaglia è preceduta da tre anni di calamità e decadimento morale:
due lupi divoreranno il sole e la luna, le stelle cadranno e terribili inondazioni si abbatteranno sulla terra.
Loki si libererà dalle sue catene e comanderà l’armata dei giganti verso Asgardhr.
Fenrir il lupo gigante spezzerà i suoi vincoli, e Surt, il signore degli spiriti maligni attaccherà con un orda di demoni da sud.
Heimdall, guardiano del Bifrost, suonerà la sua tromba come allarme, ma sarà troppo tardi per evitare la battaglia finale.
Odino verrà inghiottito da Fenrir, ma sarà vendicato da Vidar, il quale farà a pezzi il mostruoso e gigantesco lupo.
Thor e il grande serpente Jormungandr si uccideranno a vicenda, così come Loki e Heimdallr.
Infine il dio malvagio Surt ucciderà Freyr, e poi distruggerà il mondo con il fuoco.
Il sacro frassino Yggdrasill sopravvivrà al ragnarok, che non lo farà che tremare e alla sua ombra la vita rinascerà dalla coppia Lif e Lifthrasir (vita e forza vitale), si nutriranno della fresca rugiada del mattino e daranno vita, grazie a questa linfa, alla nuova umanità rigenerata.

 

 

Le Divinità Nordiche
 

ODINO

Re di tutti gli Asi, è il dio della guerra la cui lancia Gungir colpisce infallibilmente il bersglio, dotato di una bellezza indescrivibile, il suo volto e i suoi capelli slendono così tanto che nessuno può guardarlo senza gioire., ma in battaglia diviene terrificante alla vista.
I suoi guerrieri vengono chiamati Berserkir, rivestiti di pelli d’orso e di lupo, quando si lanciano all’attacco niente può fermarli finchè non hanno fatto a pezzi, distruggendo tutto quello che si trovavano davanti.
Odino è molto saggio, e questa sua saggezza l’acquistò bevendo l’acqua della fonte di Mimir, ma che riuscì a raggiungere solo sacrificando il suo occhio.
Padre della poesia, creatore dell’universo e del tempo, dio della magia e delle rune: rimase appeso nove giorni e nove notti al frassino Yggdrasill a testa in giù, con il petto trafitto da una lancia, così vide le rune e decise di donarle agli uomini per comunicare con gli dei.
Ha la caratteristica di parlare sempre in versi e di cambiare sempre aspetto, a questo si deve la molteplicità dei suoi nomi: Wotan, Har, Lafnhàr, Tridhi, Herran, Herian, Nikarr, Hnikarr, Nikuz, Hnikudhr, Fiolnir, Ómi, Biflidhi, Svidharr, Svidhrir, Vidhrir, Ialg, Ialkr, Allfodhr, padre degli dei, Valfodrm, padre delle uccisioni, Sidfodr, padre di vittorie, Veratyr, signore degli uomini, Farmatyr, dio delle navi cariche, Bileyge e Baleygr, dallo sguardo sfuggente e dallo sguardo fiammeggiante, Glapsvidir, lesto all'inganno, Fjolsvidir, largo di senno e Oski, auspice.
Viene sempre informato su tutto quello che accade dai due corvi Huggin e Munnin, spirito e memoria, e viene affiancato dai suoi lupi Geri e Freki, l’Affamato e il Divoratore.
Quando non viaggia con Sleipnir, il suo cavallo ad otto zampe, velocissimo e di color grigio, sui suoi denti vi sono incise le rune, appare agli uomini come un viandante austero, avvolto con un mantello azzurro e con un cappello calato sulla fronte.
Odino ebbe molti figli: con la dea della terra
Jördr ebbe Thor; con la dea Frigg il dio Balder, Braga, dio della poesia e della saggezza e sposo di Iduna, dea della giovinezza, Hódhr, il dio cieco e Hermod, il messagero degli dei; con le Ondine, le ninfe delle acque, ebbe Heimdall; con la dea Rinda ebbe Wali, dio della vendetta.
Al Crepuscolo degli Dei verrà divorato dal gigantesco lupo Fenrir.

 

THOR

Figlio primogenito di Odino e Jördr, dea della Terra, dio del tuono e delle tempeste, sposo della dea Sif, dea della fertilità dai capelli dorati.
Una fluente barba d'un rosso cupo ed una lunga chioma rossiccia, incorniciano il volto del dio, e i suoi occhi hanno lo stesso colore della brace ardente.
Si afferma che il tuono sia il suono delle ruote del suo carro trainato da due caproni, Tanngnjostr, che fa scricchiolare i denti, e Tanngrisnir, che fa stridere i denti.
Thor è un guerriero formidabile, il più forte degli Asi, ha per arma il martello Mjolnir, il Maciullatore, che gli ritorna in mano dopo essere stato lanciato e con cui va a caccia di giganti, i guanti di ferro con cui impugna il martello e infine la cintura che aumenta la sua forza e raddoppia la sua altezza.
Thor vive con la sposa nei Thrudvangar, sentieri della potenza, dove abita nell'immenso palazzo Bilskirnir, risplendente, uno dei più grandi di Asgardh, con le sue 540 sale riccamente arredate.

Thor non ebbe solo una donna, ma numerose donne mortali e con gigantesse.
Ma solo l’incontro con la gigantessa Jarnsaxa fu veramente importante per il dio, infatti, dall'unione con la gigantessa nacquero tre figli: Modhi, coraggio selvaggio, Magni, potenza colossale e la figlia, Thrudhr, forza.

 

FRIGG

Frigg, dea dell'amore e della fecondità, sposa di Odino.
Protettrice dei matrimoni e dei parti, a lei veniva consacrato il venerdì, giorno dedicato alla celebrazione dei matrimoni e all'unione feconda e legale delle coppie.
La signora degli dèi, avvolta nel suo mantello di penne di falco, può sfrecciare nel cielo, lasciandosi dietro di sé solo il fruscio impercettibile delle minuscole penne.
Accompagna Odino in guerra e in ogni battaglia spettano a lei le anime di una metà dei guerrieri uccisi. Viene raffigurata su di un carro trainato da due gatti e il suo simbolo è un mazzo di chiavi.
Condivide con Odino il prestigioso seggio Hlindskialf, vetta, torre di guardia, ma la dea aveva anche a sua disposizione una dimora a Fensalir, sala della palude, una delle regioni di Asgardh.
Ha ai suoi ordini due ancelle, Fulla e Hlin: a prima custodisce le magiche calzature della dea, e la seconda ancella è l'ambasciatrice dei desideri della dea sulla terra e soccorreva i guerrieri protetti da Frigg.

 

BALDER

Figlio di Odino e Frigg e sposo di Nanna, è il dio della bellezza e della luce.

 

“Egli si distingue tra gli altri; ama tutte le cose grandi e piccole.
E' così biondo e così bello d'aspetto che emana una forza di luce e esiste un certo tipo di erba così bianca che viene paragonata alla fonte di Baldr.
E' la più bianca tra tutte le erbe e da ciò si può intuire la sua bellezza, sia dei capelli che del corpo.
Egli è il più saggio degli dei, quello dalla favella più nobile e più aggraziata e fisicamente il più raffinato; ed è stato così ben dotato dalla natura che nessuno può contraddire i suoi giudizi.
Vive nel luogo chiamato Breidhablik, che sta, naturalmente nel cielo, un luogo dove niente di impuro può giungere”

Snorri (Gylf XXII)

 

Balder, dio dal cuore nobile, è il dio più benigno fra gli Asi, immune da ogni malvagità ed estraneo da ogni malizia, nelle sue parole non si trovano mai espressioni di compiacimento di sé.
Balder risiede insieme a Nanna nei territori di Breidhablick, che risplende lontano, dove nulla d’impuro vi poteva entrare.
Dio dalla bellezza infinita associata alla sua bontà è il padre di Forseti, il dio protettore della pace tra gli uomini, l'appianatore d’ogni controversia, il dissipatore d'ogni malinteso.
Balder rimarrà ucciso da un dardo di vischio lanciato dal fratello Hódhr, dio cieco che ingannato dal dio Loki lancerà la freccia mortale.

 

TYR

Figlio di Odino e di Frigga è il dio della sapienza, della forza e della guerra, intesa come estrema soluzione di una contesa tra due parti, e dio del diritto.
Perse la mano destra, divorata dal lupo Fenrir figlio del dio Loki, permettendo così agli dei di incatenarlo con Gleipnir, un laccio apparentemente fragilissimo, soffice e liscio come seta.
Tyr, al Crepuscolo degli Dei, già martoriato da un lupo, sarà vittima di Garmr, l'orrendo cane posto a guardia degli inferi.

 

LOKI

Divinità del male, invidiosa del benessere terreno e divino assicurato al mondo.
Strettamente imparentato con i colossali abitanti dello Jótunbeim, fratello di Bylistr e Helblindi, i suoi genitori erano Farbauti, colpi di pericolo, e Laufey, isola frondosa, sposo di Sigyn.
Loki è una divinità dalla “doppia personalità” in un certo senso schizofrenica, poiché aiuta e accompagna molto spesso il dio Thor nelle battaglie contro i giganti ma allo stesso tempo sarà lui a provocare il Ragnarök, la caduta degli Dei, traendo in inganno Hódhr, il dio cieco, che ucciderà il fratello Balder con una freccia di vischio.
Loki conosce e possiede il principio del male, ma a volte è costretto a difendere e preservare il principio del bene per mantenere l'equilibrio degli opposti fino al giorno stabilito della fine del mondo.
Menzognero, malvagio, abile nel doppio gioco, egli è la personificazione della sottile arte del raggiro, mago e maestro indiscusso del travestimento, può assumere diverse forme animali: una volta, ad esempio, trasformatosi in un'avvenente giumenta, partorì, dopo una peccaminosa relazione, Sieipnir, il destriero ottipede cavalcato da Odino.
Ma altre mostruosità verrano partorite da Loki: l'orchessa Angrbodha, una gigantessa che fu condannata ad essere bruciata viva dalle fiamme purificatrici del rogo, ma quando le fiamme si attenuarono, Loki si avvicinò ai resti carbonizzati e raccolse il cuore ancora pulsante della gigantessa e lo ingoiò, provocando uno strano effetto fecondante, e dopo poco tempo, il ventre di Loki diede alla luce l’enorme serpente
Jormumgadr, il lupo Fenrir ed Hel, signora degli inferi.
Verrà incatenato, ad una roccia dagli altri dei arrabbiati per la morte di Balder, dove dalla bocca di un serpente cadranno delle goccie di veleno sul volto del dio, suo unico conforto gli verrà recato dalla moglie Sigyn, a cui sarà concesso di raccogliere ogni tanto in una coppa le gocce velenose.
La corda che lega il dio è stata fabbricata con le viscere del figlio Narfi, sbranato dal fratello Vali trasformato, con una crudeltà indicibile, quasi superiore a quella di Loki, in un famelico lupo.

 

NJÖRDHR

"Il terzo dio è colui che si chiama Njordhr.
Egli vive in cielo a Nòatùn;
ha poteri sopra il vento, rende calmo il mare e spegne il fuoco.
I marinai lo invocano nei loro viaggi e durante la pesca in alto mare,
poiché è così ricco e ben fornito che puloro terreno o bottino,
ed essi devono chiedergli queste cose."

Snorri (Gylf. XXIII)

 

Appartenente alla stirpe dei Vani è il Dio del mare, viveva a Noatun, il recinto delle navi, un’espressione che si usava per indicare l'immensa distesa oceanica o i porti.
Dato che è costantemente immerso nelle acque marine, ha la carnagione interamente coperta di salsedine, solo il volto era scuro, abbronzato e solcato da profonde rughe.
Njórdhr aveva avuto rapporti sessuali con sua sorella, come era consuetudine fra i Vani, e dalla loro unione erano nati Freyr e Freya, bellissime divinità dell’amore e della fertilità, ma dopo il trattato di pace stipulato fra gli Asi e i Vani, essendo andato a vivere ad Asgardh, per compiacere gli dèi, Njórdhr aveva poi sposato Skadhi, la gigantessa signora delle nevi, figlia di Thiazi.
Ma non fu un matrimonio felice, infatti, alla sposa Skandhi piacevano le nevi e non poteva vivere lontano dalle sue montagne, mentre Njórdhr non poteva stare lontano dal mare, tuttavia, per non infrangere il legame, i due sposi erano pervenuti ad un compromesso: per nove giorni avrebbero soggiornato a Thrymheim, mentre per altri nove la loro residenza sarebbe stata Noatun.

 

FREYR

Figlio del dio Njórdhr e della sorella di suo padre, appartenente alla stirpe dei Vani.

Dio della pienezza, dispensatore di abbondanza, ritratto vivente della perfezione estetica, dio della pioggia, regola anche l'alternarsi delle stagioni.

Sposo della dea Gerdh: il dio Freyr, affascinato dalla sua bellezza, la volle in sposa chiedendo al suo fedele servo Skirnir di conquistarne l'amore in cambio della sua spada d’oro, dal loro matrimonio nacque Fjölnir.

Per i suoi spostamenti, Freyr si serviva di un magnifico cocchio trainato da Gullinbursti, il maiale selvatico dalle setole d'oro, inestimabile esemplare forgiato da espertissimi artigiani.

Figlio del "signore delle navi", Freyr possiede la magica nave Skidhbladhnir: in qualsiasi momento ed in ogni tratto d'oceano le sue vele si erano gonfiate da potenti folate di vento che le imprimevano una velocità insuperabile e poteva diventare minuscola ed essere riposta in tasca.

Freyr morirà nel duello con Sutr, il signore degli spiriti maligni, poiché aveva donato al suo servo la sua spada, il dio dovrà affrontare l’incontro disarmato.

 

FREYA

Figlia di Njòrdhr, sorella di Freyr e sposa di Odhr.

Dea dell'amore, della fertilità e della bellezza, bionda, con occhi azzurri e bellissima, Freya nasconde sotto la sua bellezza un’innata malizia.

Risiede nel regno celeste di Folkvang, campo dell'esercito, dove era suo privilegio ricevere metà di tutti i guerrieri uccisi in battaglia.

Il misterioso Odhr abbandona spesso l'affascinante consorte per intraprendere lunghi viaggi nelle più desolate contrade, e la povera Freya, fremente d'amore, lo inseguiva invano, piangendo calde lacrime che, subito dopo, si trasformavano in gocce d'oro fuso.

Dal matrimonio con Odhr nacquero Hnoss e Gersemi, i cui nomi rispettivamente significano gioiello e tesoro, la bellezza delle due fanciulle sfugge ad ogni descrizione o appellativo.

 

HEIMDALLR

 

“Vi è uno chiamato Heimdallr:

il popolo lo chiama il Dio bianco ed egli è grande e santo.

Nove damigelle tutte sorelle gli diedero vita insieme.

Suoi altri nomi sono: Hallinskii (Ariete) e Gullintanni (Denti d'oro) perché i suoi denti sono di oro splendente; il suo cavallo si chiama Gulltopper.

Vive al Bordo del Cielo vicino al Ponte Bifrost, dove fa da sentinella agli estremi del cielo, pronto a spiare l'assalto al ponte da parte dei Giganti della Montagna.

Deve dormire come un uccello, con un occhio aperto.

E, a proposito di occhi, sia di giorno che di notte vede perfettamente fino a cento leghe di distanza. E ancora, sente il rumore dei fili d'erba che crescono, o dei peli che si allungano sul dorso delle pecore e, naturalmente, sente tutto ciò che fa un rumore maggiore di queste cose.

Ha una troma chiamata Gjallarhorn, i cui suoni acuti raggiungono ogni angolo più sperduto di tutti i mondi.

La spada di Heimdallr si chiama Capo”

 Snorri (Gylf. XXVII)

 

Heimdafir, il dio bianco, vive al limite del cielo, nella sua dimora detta Himinbjörg, monte del cielo, vicina al Bifrost.
Dal suo palazzo celeste il dio bianco sorveglia il sentiero tremolante, il ponte Bifrost, l'arco multicolore teso tra il cielo e la terra che i comuni mortali scorgono solo dopo le tempeste e che collega Asgardr e Midgardr.
Il dio bianco vigila giorno e notte, dormendo pochissimo e con un occhio aperto, pronto a destarsi al minimo rumore.
Heimdallr ha vista e udito finissimi, capaci di captare ogni cosa nell'universo, può sentire l'erba crescere nei prati o la lana che ingrossa quotidianamente il vello delle pecore.
Si narra che il dio bianco avesse ricevuto il suo portentoso udito rinunciando ad una delle sue orecchie, recidendola e seppellendola sotto il sacro frassino Yggdrasill.
Possiede un corno magico chiamato Gjallarhorn, corno risuonante, il cui suono si ode in tutti i nove mondi.
Durante il Crepuscolo dagli Dei, il suo corno risuonerà, grave e penetrante, in tutto il cosmo, chiamando allo scontro finale le forze del bene contro quelle del male.
Assisterà al crollo di Bifröst, ma continuerà a soffiare nel corno, fornendo la colonna sonora di quell'ultimo spettacolo di morte e si batterà con Loki, i quali si uccideranno a vicenda.

 

 

 

Webgrafia

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https://utenti.lycos.it/algar78/asivani.htm
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https://utenti.lycos.it/algar78/dmn.htm

Bibliografia

Spazio lettura A Epica di Paola Dagna Campagnoli
E alcune citazioni da "Il canzoniere Eddico"

Drah



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