Racconti Fantasy

Tasslehoof sulle lune
 

PROLOGO

Salve amici, io sono Otik, sono certo che mi conoscete, e oggi vi voglio raccontare una storia che mi raccontò anni fa lo stesso Caramon. Ebbene ricordate la mano di Tas che, tornata a Solace con il suo possessore tentava ancora una volta di utilizzare il magico congegno datogli da Par-Salian? (anche se, in effetti, non l’aveva dato proprio a lui, ma quel birbone di Caramon l’aveva fatto cadere, perciò Tas era libero di usarlo). Ebbene questa volta il nostro amico kender voleva andare sulla luna.

 

CAPITOLO 1

 Tas era in visita su Solinari.

La luna bianca era molto accogliente ma purtroppo non aveva molte attrazioni e, si sa, i kender si annoiano facilmente.

Un bagliore

Tas era eccitatissimo, doveva assolutamente sapere cos’era quella luce, corse a rotta di collo e quando arrivò alla fonte del bagliore trovò una cosa che non si sarebbe mai aspettato.

“Gnosh?” chiese Tas, “Tas?” chiese Gnosh ; entrambi piombarono in uno stato di confusione dal il primo a reagire fu il kender e lo fece tempestando lo gnomo con una raffica di domande alle quali non avrebbe egli  non avrebbe potuto rispondere neanche se avesse voluto: “heignoshcomeseifinitoquinonavraimicauncongegnocomeilmiochetiteletrasporta?oppureticihaportatounmagoèunacosafantasticaquandotiteletrasportanoingiroiosempredesider” “stopstopstop Tas che non capisco niente. Ora ti spiego tutto, vedi un giorno si parlava di un certo gnimsh mi sembrava uno geniale anche perché le sue invenzioni funzionavano così mi sono detto:”Gnosh se trovi quei progetti ecco che fai anche tu delle invenzioni che funzionano e diventi il capo degli gnomi e il re del monte nonimporta” cosi sono andato a cercare quei progetti poi ho costrui to il teletrasportatore però mentre lo provavo ho pensato alla luna poi si è rotto e eccomi qua” la velocità con cui comunemente parlano gli gnomi lasciò Gnosh senza fiato facendolo crollare inerme al suolo, dando così a Tas il tempo di assimilare tutto ciò che aveva ascoltato. Non gli sembrava possibile che si ricordassero ancora di Gnimsh, lo gnomo che lo aveva tirato fuori dall’Abisso in fondo non l’avevano mai preso seriamente in considerazione prima che Raistlin lo uccidesse. E a Tas sembrava difficile che lo facessero una volta morto. “Gnosh,” continuò Tas, che aveva deciso di ampliare le sue conoscenze della luna “Cosa c’è di bello qui?”

 “Quasi niente, ma ho scoperto che i congegni come il mio si rompono una volta arrivati sulla luna.

Tas controllò ed era vero.

Erano bloccati sulla luna.

 

CAPITOLO 2

Tas era disperato:”Ho Gnosh come facciamo adesso? Non rivedrò mai più Caramon e Tika proprio adesso che sembravano così felici forse avranno anche un bambino e io non lo conoscerò mai… e poi come facciamo a sopravvivere qui” strillava piangendo a dirotto “Su non ti preoccupare Tas” lo consolava lo gnomo “c’è un modo per andarsene” “Davvero e qual è?” chiese Tas asciugandosi le lacrime “bisogna trovare dei pezzi di ricambio per il congegno magico.” Proclamò Gnosh. “Dove?” “E’ semplice Tas su Nuitari” “Cosa???” Tas era esterrefatto, come poteva solo pensare di andare su Lunitari, la luna più vicina senza il congegno, su Nuitari poi: non potevano nemmeno vederla: era un’impresa impensabile “Sentiamo il genio come vuole fare ad andare sulle altre lune.” Disse con tono di sfida “Sentilo il kender” mormorò lo gnomo “come se fosse colpa mia” “certo che è colpa tua a vresti potuto portare tutti i progetti di quello stupido oggetto” “E’ così eh ?” chiese Gnosh avventandosi su Tas in un immane groviglio di membra. Ambedue si assalivano ferocemente senza riuscire a sopraffare l’altro finché entrambi crollarono a terra sfiniti.

“Perdonami Gnosh” si scusò Tas “perdonami anche tu piccolo kender, purtroppo” continuò Gnosh “ci siamo fatti prendere dal panico in ogni caso” si fermò per controllare i lividi “come ti ho detto c’è un modo per andarsene, ci sono delle correnti d’aria che possono essere sfruttate per passare da una luna all’altra” “magnifico” esclamo il kender rizzandosi a sedere “dove sono ?” “dall’altra parte della luna. Ma non ti preoccupare,” aggiunse Gnosh vedendo che Tas sbiancava in viso” ci si arriva in poco tempo visto che qui si possono fare dei salti altissimi perché non c’è la gravità. Ricorda, ci serve del carbone nuitarico” Gnosh si accorse che stava parlando al vuoto poiché Tas era già partito alla grande.

 

CAPITOLO 3

Tas contemplava uno spettacolo magnifico;

le correnti di cui aveva parlato Gnosh cerano eccome: erano come dei piccoli geiser che “sputavano” getti di aria calda in grado di sollevare un uomo grande e grosso come Caramon nello spazio.

Per fortuna in quel momento le orbite di Solinari e Nuitari  si incontravano mettendo  i due grandi corpi celesti a distanza molto ravvicinata e rendendo possibile spostarsi da un all’altra.

Purtroppo era difficile vedere la luna nera  per via del suo colore e così Tasslehoof si buttò quasi alla ceca su uno dei soffioni

Il salto fu terribile all’inizio ma Tas , una volta trovata la giusta rotta si divertì come solo i kender sanno fare: si gettò in evoluzioni mozzafiato e in capriole da voltastomaco fino a che con suo estremo disappunto alluno su Nuitari.

Lo gnomo era quasi morto,le sacche di Tas rovesciate e lui stesso sporco dalla punta dei piedi a quella del suo codino, ma secondo il kender tutto era (più o meno ) a posto e perciò si incamminarono verso le miniere di carbone di Lunitari.

C’è qualcuno di nuovo sulla luna…

Sì, lo percepisco con chiarezza…

Vogliono il carbone lo sento…

Li uccideremo…

 

 

CAPITOLO 4

Giunti sul posto i nostri piccoli amici scoprirono qualcosa che avrebbe potuto intralciare i loro piani; piccoli omini bianchi  (gli abitanti di Solinari che Tas non era riuscito a scorgere sulla luna bianca per il loro colore mimetico ma che qui, per via del contrasto, risaltavano vivacemente) estraevano del carbone sorvegliati da quelli che Gnosh, lanciandosi nelle tipiche ed astruse spiegazioni degli gnomi, dedusse fossero i  tiranni nativi di Nuitari che, dopo aver schiavizzato gli omini più piccoli, che abitavano di Solinari, li utilizzavano come minatori per raccogliere carbone (“ci si potrebbero cibare gli esseri neri” ipotizzò lo gnomo “oppure gli serve per scaldarsi come su krynn” continuò lanciandosi in teorie che non riferisco a beneficio delle menti di voi lett ori che cercandole di capire potreste farvi male) che sicuramente per loro era molto utile e, date le cure che gli omini gli dedicavano sarebbe stato impensabile per chiunque cercare di avvicinarglisi.

Per chiunque che non avesse abilità kenderiane.

Prima che potesse rendersene conto lo gnomo vide Tas avvicinarsi furtivamente ai carrelli che trasportavano il carbone tendere le mani e … ora fu Tas a non rendersi conto di ciò che stava succedendo perché un attimo prima stava per rubare il contenuto dei carrelli e, un attimo dopo era disteso a faccia in giù su terreno polveroso di Nuitari, con gli arti legati e la bocca tappata da un ammasso semiroccioso che si potrebbe (forse) definire (approssimativamente) una mano (distorta).

Allo gnomo probabilmente sarebbe sembrato scientificamente interessante poter studiare da vicino quella forma di vita aliena che non attirò minimamente l’attenzione di Tas, troppo occupato a notare come il paesaggio, mentre lo portavano in (una città???), cambiasse da collinoso e spoglio, a pianeggiante e costellato da detriti di ogni genere che il piccolo kender non riuscì ad identificare.

Nel frattempo Gnosh poteva solo guardare mentre portavano via il suo compagno di viaggio trascinandolo in una caverna che scendeva nel sottosuolo (o sottoluna?)  scomparendo alla vista.

 

Tas  scoprì che gli uomini neri erano ben più evoluti di quanto si era aspettato vedendoli usare attrezzi così primitivi e abitare in grotte naturali; le pareti della loro dimora erano costellate di gemme raffinate, un sistema di tubature da far invidia a quelli degli gnomi che forniva acqua corrente  in ogni luogo, strette aperture così da poter scegliere se far passare aria calda o fredda, erano parte delle geniali invenzioni di cui era pieno quel dedalo di cunicoli sempre più in pendenza.

Sembra proprio un laboratorio degli gnomi rifletteva Tas  che era stato lasciato in una camera legato a una sedia che sembrava potersi muovere grazie a un comando vocale perché ogni volta che Tas si voleva muovere gli bastava indicare vocalmente la direzione a prendere, che la sedia subito si avviava mi chiedo se mi lasceranno morire di fame si domandava Tas, al quale era venuto un piccolo languorino.

Fu interrotto delle sue riflessioni dall’arrivo di un personaggio ridicolo annunciato dalle guardie con un sonoro:”entra sua maesta reale” pronunciato in una lingua che Tas non riuscì a capire.

Tasslehooff si concentrò poi sul nuovo venuto; una specie di gnomo addobbato con le più svariate decorazioni reperibili su una nave: una ruota di timone sfondata a mo’ di collana, un casco ricavato da un oblò semifuso, una strana vela multicolore drappeggiata come un foulard, e altre stramberie gnomiche.

“coif  s-sghbb qwou hl2wj 4ugrb” tartagliò con fare interrogativo lo gnomo “Mi dispiace Veramente Tanto Vostra Maestà” si scusò Tas rispettosamente “ Ma non conosco la vostra lingua”. Il re fece un cenno e le guardie uscirono lasciandoli soli “V-vieni da K-Krinn ?” domandò lo gnomo con fare sospettoso “sì e mi chiamo Tasslehoff Burrfott” aggiunse il kender tendendo la manina “maestà” si affretto ad aggiungere “Molto bene” lo gnomo si sfregò le mani sicuramente intorpidite per il freddo intenso che regnava nella caverna “m-molto molto bene” ripeté “come sei arrivato qui ?”.Lo sfortunato re fu costretto ad ascoltare tutta la storia ed infine rivelò che lui ci era arrivato per mezzo di una nave volante chiamata signore delle nubi per esplorazioni spaziali e lunari  perfezionato modello II e di come finito su Nuitari i suoi otto compagni, Vistalunga, Volainalto, Cordarello, Aggiustatutto, Taglialegna, Gocciadipioggia, Lampo e Cinguetta fossero morti di fame e anche lui, lo-gnomo-che-tartaglia-sempre-nel-mezzo-delle-spiegazioni-più-astruse-complicate-e-talvolta-inconcepibili (abbreviato dagli umani Tartaglia) avesse vissuto un’epica avventura con i suoi amici Sturm e Kitiara. “Io li conosco Sturm e Kitiara, ma non mi avevano mai raccontato di te” lo interruppe il piccolo kender, eccitato ma anche rattristato nel sentir nominare gli amici entrambi ormai morti.

Lo gnomo parve molto abbattuto della loro morte e scoppiò in un pianto a dirotto appoggiandosi alla minuscola spalla del suo altrettanto minuscolo ospite.

Tas porse allo gnomo il real fazzoletto (che gli doveva essere caduto, dato che si trovava in una delle sue borse ) e,cercando di tirarlo un po’ su, gli racconto molti divertenti aneddoti della sua vita ottenendo l’effetto di far peggiorare il pianto dello gnomo, ma questa volta era per le risa che lo lasciavano senza il tempo di respirare.

Quando si fu calmato raccontò la sua storia: ”noi gnomi eravamo i padroni di un magnifico vascello volante con il quale, già stati su Lunitari volammo su Nuitari, ma l’atterraggio rese la nave inservibile e noi morimmo quasi tutti di fame. Io fui raccolto dai Molok, le creature che hai visto prima, sono stato eletto re , mi hanno insegnato a parlare la loro lingua e io li ho aiutati a catturare qualche Solinariano, esseri buoni ma senza cervello, e li ho aiutati a incrementare la produzione di meccittah (meccìt), quella pietra nera che hai visto estrarre alle cave”   “aspetta” venne nuovamente   interrotto lo gnomo, che nella foga del racconto si era addirittura dimenticato di tartagliare “quello non era carbone?” Tas si stava lentamente afflosciando, “quello è meccit, il nutrimento dei molok”  lo istruì lo gnomo “il carbone è raro come l’oro su questo pianeta” (Tas continuava ad afflosciarsi) “però ne potreste trovare sulla montagna carbonica” “e dov’è?” 

CAPITOLO  5

“come faro senza Tas?” si tormentava il povero gnomo “ho deciso” si disse confare risoluto “ruberò del carbone, riparerò il congegno troverò Tas e torneremo a casa.”

 

Nel frattempo il kender apprendeva il motivo per il quale lo gnomo re non voleva partire con lui “vedi” lo istruiva “io non posso p-partire perché il giorno in cui s-sono stato fatto re ho fatto un g-g-g-giuramento per il quale n-non posso lasciare questo r-re-r-regno p-prima che qualcun’altro prenda il mio posto p-perché vedi gli abitanti di questa luna non s-sono molto intelligenti e s-senza di me ci s-sarebbe un r-rapidissimo declino seguito a ruota dalla r-rovina.” Per Tas era quasi rilassante parlare con questo gnomo che, nei suoi vani sforzi di contrastare la balbuzie, parlava a una velocità accettabile.

“Ora resta un altro problema però” Tas si era fatto pensoso “chi accompagnerà me e Gnosh…GNOSH!!! L’ho dimenticato lì fuori! Ti prego maestà manda qualcuno a prenderlo” implorò. “Non ti p-preoccupare sono m-molto felice che ci sia uno gnomo c-con cui discorrere” disse il re “non che tu non vada bene ma sai siamo due specie diverse e quindi…” si affrettò ad aggiungere vedendo Tas pronto a ribattere.

Dopodiché Sua Maestà annunciò che era notte e si congedò, non prima naturalmente di aver fatto portare un lauto pasto al nostro amico kender.

 

Anche se un po’ tocco lo gnomo non era stupido.

Appena vide arrivare nella sua direzione mezze dozzina di carboni in stato assolutamente vivo(come aveva deciso di chiamare gli omini neri) abbreviato cisav  , si mise a corre a rotta di collo non mi raggiungeranno mai finche ho l’aumentatore di velocità a propulsione ossidrica molto avanzata modello XXIV,ora lo attivo  pensava Gnosh, attivando una cordicella legata attorno alla vita che effettivamente, dopo aver tossito e sputacchiato per un po’, lanciò un getto di liquido (di cui ancora oggi solo gli gnomi conoscono il nome) che, oltre ad aumentare notevolmente la velocità dell’omino, colpi in pieno una dei sei cisav frantumandola.

Ora Gnosh sapeva che almeno quegli esseri oltre che strani, non erano indistruttibili.

Oramai era almeno un’ora che correva e, anche con l’ausilio dell’aumentatore di velocità, Gnosh si stava stancando, mentre i cisav non mostravano il minimo segno di affaticamento. Secondo i calcoli dello gnomo avevano percorso quasi tre leghe quando a Gnosh si esaurì il carburante almeno un peso in meno pensò guardando malinconicamente l’aumentatore di velocità anche se era la mia migliore invenzione.

Il piccolo gnomo crollò dopo non più di cento metri che mi prendano pure pensò mentre sputava sabbia spero solo di morire in fretta.NO!!! lo riscosse una voce dentro di se TAS MORIRA’ SENZA DI ME! Lo devo salvare, costi quel che costi.

Con questi pensieri il piccolo inventore si avviò verso una collina innanzi a lui e in cima … Meraviglia! Davanti a lui si ergeva il relitto polveroso di quello che una volta doveva essere stato un bellissimo vascello.

Le guardie non distavano più di cinquecento metri, il vascello almeno quattrocento se riuscissi a raggiungerlo sarei salvo, non mi troverebbero li dentro lo gnomo mosse un piede.

Quattrocento metri in poco più di mezzo minuto.

Doveva farcela.

Era la sua unica possibilità di sopravvivenza.

Ce l’avrebbe fatta.

Con uno sforzo supremo Gnosh si gettò giù per la collina deciso  a sfruttarne la pendenza per distanziare gli inseguitori, fece appena in tempo a gettarsi nell’intrico contorto delle assi spaccate della nave e poi svenne godendosi un più che meritato riposo.

 

CAPITOLO 6

Il re Tartaglia rispettava le promesse e la notte stessa si accingeva a far partire quando gli arrivo un rapporto da parte di alcuni molok: un buffo omiciattolo era stato avvistato e inseguito fino al sacro relitto.

Il re diede ordine di non far del male allo gnomo, spiegando cos’era ai molok, dopodiché si accinse a partire alla sua ricerca, seguito da tasslehoff.

 

Nel frattempo gnosh stava esplorando il relitto. Arrivato nella parte più centrale scoprì delle strane casse di legno della sua dimensione che strano pensò sembrerebbe esserci scritto qualcosa ma non riesco a leggere…Ma certo sono nomi!!! Devono essere bare formato gnomo!

 

Arrivati al relitto i molok si fermarono a debita distanza per non spaventare lo gnomo.il re e tas invece, vi si addentrarono alla ricerca di Gnosh.Arrivatigli vicino,dato che si era assopito, lo svegliarono chiamandolo per nome e,una volta pienamente cosciente, gli raccontarono la storia di re tartaglia.Egli spiegò dove trovare il carbone e mise loro disposizione una squadra di molok come scorta.il re lasciò gli avventurieri alla loro missione mentre questi ultimi partivano alla volta della montagna carbonifera.

 

Sento Qualcuno avvicinarsi a noi fratello…

Si, lo sento anch’io…

Pensi che sia meglio avvisare il supremo, fratello?…

No…li uccideremo!…

 

“MAGNIFICO!!!” fu l’espressione usata da tasslehoff  quando dopo due giorni di viaggio lui e lo gnomo arrivarono  alla famigerata montagna.

“effettivamente fa impressione” ribatté Gnosh quasi spaccandosi il collo per guardare la sommità della montagna “dove troveremo il carbone?” chiese “Sua Maestà aveva detto che la montagna era piena di gallerie e che dovevamo cercare in esse” rispose il kender esaminando uno strano oggetto metallico che si era misteriosamente trovato in tasca “avviamoci” disse ancora lo gnomo.

 

Si avvicinano…

Ma non hanno cattive intenzioni…

Il nostro dovere è di proteggere il carbone e lo faremo a qualunque costo!…

Ma potremmo non ucciderli…

No!…

 

CAPITOLO 7 

 

“NON DI NUOVO, NON NE POSSO PIU!”strepitò lo gnomo,”E LA VENTICINQUESIMA VOLTA CHE CI RITROVIAMO QUI!” “non ti preoccupare” disse Tas, calmo “riusciremo  a uscire di qui prima o poi, calmati” “COME PUOI DIRMI DI CALMARMI SE SONO TRE GIORNI CHE GIRIAMO A VUOTO IN QUESTI CUNICOLI???” “non esagerare, ci siamo addentrati qua dentro solo poche ore fa” disse tas iniziando a stufarsi “e nel caso la colpa sarebbe tua, così come l’idea di cercare il carbone” “GIA PERCHE E UNA COLPA AVERE L’IDEA GENIALE DI TROVARE UN MODO PER TORNARE SU ANSALON VERO?” grido ancora lo gnomo, ricevendo questa volta da tas una risposta per le rime “SAREBBE STATA UN IDEA GENIALE SOLO SE NON AVESSE COMPORTATO L’INGRESSO IN UNA BUIA E TETRA CAVERNA!” I due andarono avanti così per molto, molto tempo senza neppure accorgersi di due paia di occhi che li osservavano dall’alto.

 

Finalmente sono alla nostra portata…

Lo sono sempre stati da quando si sono avvicinati alla montagna…ti prego non ucciderli, non sembrano in condizione di fare del male…

Tutti lo sono…quando il supremo Nuitari all’alba dei tempi ci diede il compito di proteggere il carbone nuitariano, l’origine della magia nera su krynn,ci spiegò che chiunque avesse scoperto i Segreti della Necromanzia poteva avere accesso alla montagna ma gli altri dovevano essere eliminati…

Perché?…

Non tentare di comprendere ciò che è al di fuori della tua portata, fratello…

Potremmo solo allontanarli…

Non capisci?sono venuti per il carbone e non se ne andranno senza di esso…

Purtroppo hai ragione ,fratello…ma almeno mettiamoli al corrente di quello che succede, non possono morire senza nemmeno sapere il perché…

Va bene…ma poi li uccideremo…

Senza dubbio………

 

CAPITOLO 8

 

“che strano,mi sento osservato” disse tas a lotta conclusa “in effetti ho anch’io questa sensazione” rispose lo gnomo “ora riproviamo a uscire di qui” “va ben…  Tas venne bruscamente interrotto quando due creature all’apparenza composte da nebbia, si materializzarono con gran fragore dinanzi a loro

benvenuti….

Disse uno dei due con voce che sembrava, se possibile, anch’essa nebbiosa come e più dei due esseri che ormai avevano preso consistenza.

Avete penetrato la montagna della nebbia…non siete stati invitati…

Continuò l’altro

Questo comporta la morte…

Siamo obbligati a uccidervi…

Perché volevate il carbone?…

Solo tas riuscì a spiegare la loro disavventura in quanto lo gnomo non riusciva a spiccicare parola.

Te lo avevo detto… gli esseri presero a bisbigliare tra loro

Non hanno cattive intenzioni…

Si ma vogliono comunque il carbone…

Potremmo esigere il solito prezzo ma solo da parte di uno dei due…

Intendi dare all’altro ciò che desidera?…

Si…

Vediamo se gli piace l’idea…

Io e mio fratello abbiamo preso una decisione…annunciò il più grosso

Daremo carbone e vita a uno di voi ma vogliamo l’anima dell’altro…è l’unica possibilità che avete se non quella di morire tutti e due…

La decisione non era di certo facile; tutti e due i nostri amici si volevano sacrificare per l’altro.alla fine decisero di affidare il loro destino al caso… trovata una moneta la lanciarono per aria…la moneta girò, girò,girò e alla fine dopo un tempo durato tutta la vita dei due amici, la moneta cadde con il rumore di una lama di ghigliottina che cade.

Il rumore che sente qualcuno n procinto di elevarsi ad altri mondi, sconosciuti a tutti i comuni mortali…

Gnosh sarebbe stato ucciso.

“NO!” gridò tas “no” ripeté e continuò a ripetere mentre i due guardiani portavano via lo gnomo, verso la sua fine.

“un’ultima cosa tas” disse lui “non rammendarmi come qualcuno morto per via della caduta di una moneta, quando tornerai su krynn,narra agli altri che io sono morto da eroe, combattendo contro molti nemici…Addio Amico”furono le sue ultime parole mentre veniva condotto nell’oscurità…

 

CAPITOLO 9

 

“Gnomo, non disperare, anche se sei morto ora troverai pace.” “chi sei” “dipende,gli elfi richiamano e’li, i draghi malvagi non mi nominano per mio timore,i draghi metallici mi chiamano padre,gli gnomi Grande costruttore,i kender Fizban,Gli umani Paladine.Ora voglio raccontarti una storia, quella della Creazione:

 

I tre dei che noi conosciamo come Paladine, Takhisis e Gilean dimoravano un tempo insieme sul piano immortale. Essi erano fratelli in quanto nati dal Caos, Padre del Tutto e del Nulla: Paladine era il maggiore, coscienzioso e responsabile; Gilean era il secondogenito, studioso e contemplativo; Takhisis, la più giovane, era l'unica figlia e, a detta di alcuni, la preferita, ed era inquieta, ambiziosa e annoiata.

Takhisis voleva il potere, voleva dominare sugli altri, ma per quanto tentasse non riusciva ad imporsi ai fratelli perché‚ Paladine aveva una volontà troppo forte e Gilean era sempre distratto. Sulla base di tutto questo, noi Irda riteniamo che il mondo di Krynn e tutte le forme di vita presenti su questo piano siano stati creati per istigazione di Takhisis, che era capace di diventare decisamente astuta e affascinante quando voleva qualcosa.

Takhisis si recò quindi dai due fratelli maggiori ed espose loro la sua idea di creare un mondo e degli spiriti che vi dimorassero: con Paladine badò a sottolineare come questi spiriti avrebbero portato ordine in un universo altrimenti caotico e questi, che da tempo era turbato per il fatto che la loro vita non aveva uno scopo o un significato, diede il suo assenso insieme a quello della sua consorte, Mishakal. Entrambi infatti erano molto soddisfatti all'idea di un cambiamento.

“Naturalmente hai parlato di questo con il Padre e hai ottenuto il suo permesso, vero?” osservò però Paladine.

“Certamente, mio caro fratello” replicò Takhisis, e anche se doveva essere consapevole del fatto che lei stava mentendo Paladine chiuse gli occhi davanti alla verità perché‚ era impaziente di dare ordine all'universo.

Takhisis si recò quindi da Gilean e gli parlò delle opportunità di studio che sarebbero derivate dall'osservare come creature diverse da loro reagivano in svariate situazioni.

Gilean trovò l'idea interessante e non avendo consorte (non ci sono notizie di cosa le fosse successo) si consultò con Zivilyn, un dio che si dice esista contemporaneamente su tutti i piani in tutti i tempi e che è giunto da uno degli altri piani immortali che viene indicato semplicemente come l'Oltre.

Zivilyn guardò davanti e dietro, a destra e a sinistra, in alto e in basso, e alla fine dichiarò che quella era una buona idea, per cui Gilean acconsenti al progetto della sorella.

“Naturalmente hai parlato della cosa con il Padre, vero?” aggiunse come per un ripensamento, senza neppure sollevare lo sguardo dal libro che stava leggendo.

“Certamente, mio caro fratello” replicò Takhisis.

Gilean sapeva che lei stava mentendo perché‚ Zivilyn lo aveva avvertito che lo avrebbe fatto, ma l'opportunità di acquisire nuovo sapere era per lui una tentazione troppo grande e per questo chiuse gli occhi davanti alla verità.

Avendo ottenuto l'assenso dei fratelli, Takhisis procedette a realizzare il suo piano.

Nell'Oltre vive un dio chiamato Reorx, del cui passato non si sa molto anche se corrono voci che una terribile tragedia di qualche tipo lo avesse spinto ad evitare la compagnia degli altri immortali. Reorx viveva da solo sul suo piano e passava il tempo a creare cose splendide e orribili, meravigliose e terribili: la sua unica gioia era la creazione, ma non sapeva cosa farsene degli oggetti che realizzava e dopo averli ultimati li gettava via; ancora oggi di tanto in tanto capita di vedesse uno precipitare dal cielo, nella forma nota come stella cadente.

Takhisis si recò dunque da Reorx e cominciò a incensare le sue creazioni.

“Però è davvero un peccato che tu le debba buttare via” concluse. “Ho in mente un piano che ti permetterà di creare qualcosa che non ti annoierà e che ti offrirà nuove sfide per ogni giorno della tua vita immortale. Creerai un mondo e lo popolerai di spiriti, insegnando loro tutte le arti che conosci.”

Reorx rimase affascinato dall'idea che le sue incessanti creazioni avessero infine un impiego e un'utilità e fu pronto ad acconsentire.

“Hai parlato di questo con il Padre?” domandò a Takhisis.

“Se non lo avessi fatto non sarei mai venuta da te” rispose lei.

Essendo semplice e ingenuo, Reorx non si rese conto che Takhisis stava mentendo.

A quel punto gli dei si radunarono: Paladine, Mishakal e i loro figli; Gilean e la sua unica figlia naturale, insieme agli altri figli da lui adottati; Takhisis, il suo consorte Sargonnas e i loro figli. Venne anche Reorx, che portò con sé‚ la sua incudine e là, in mezzo alla notte cupa e infinita del Caos, vibrò il primo colpo di martello su un pezzo di metallo incandescente.

In quel momento i due fratelli furono costretti a guardare in faccia la verità: Takhisis non aveva consultato il Caos, Padre del Tutto e del Nulla. Consapevole che lui si sarebbe opposto al suo piano di portare ordine nell'universo, Takhisis glielo aveva deliberatamente tenuto nascosto, cosa di cui era indubbio che i suoi fratelli fossero consapevoli.

Il Caos avrebbe potuto distruggere i suoi figli e il loro nuovo giocattolo in quel preciso momento, ma com’è proprio dei genitori decise invece di impartire loro una lezione.

“In effetti creerete l'ordine” tuonò, “ma io provvederò perché‚ tale ordine generi la discordia in mezzo a voi e fra coloro che dimoreranno sul vostro mondo.”

Nulla poteva ormai essere fatto per modificare l'accaduto: le prime scintille generate dal martello di Reorx erano già diventate stelle la cui luce aveva generato spiriti viventi, quindi Reorx forgiò un mondo su cui quegli spiriti potessero vivere.

E fu allora che la maledizione pronunciata dal Caos cominciò a rendersi manifesta.

Takhisis voleva che gli spiriti appena creati fossero sotto il suo controllo perché‚ intendeva impartire loro ordini e costringerli a obbedire alla sua volontà; Paladine voleva invece avere gli spiriti sotto la sua guida, con l'intenzione di allevarli e di avviarli lungo la strada della virtù. Gilean, infine, trovava poco vantaggiose entrambe le cose, almeno da un punto di vista accademico, e voleva invece che gli spiriti rimanessero liberi di scegliere la strada che più preferivano, in quanto questo avrebbe reso il mondo un posto molto più interessante.

I tre fratelli litigarono e i loro figli e gli dei degli altri piani vennero coinvolti nella battaglia, che diede inizio alla Guerra di Tutti i Santi.

Dall'alto, il Padre del Tutto e del Nulla scoppiò in una risata spaventosa a sentirsi.

Alla fine Paladine e Gilean si resero conto che quella battaglia avrebbe potuto distruggere tutta la creazione, unirono le forze contro la sorella e pur non riuscendo a sconfiggerla la costrinsero almeno a venire a patti. Con riluttanza Takhisis acconsenti al fatto che tutti e tre dovessero governare insieme il nuovo mondo mantenendo un equilibrio fra loro, nella speranza di porre così fine alla maledizione scagliata da Padre Caos.

I tre dei decisero che ciascuno di loro avrebbe dato agli spiriti doni che avrebbero permesso loro di vivere e di prosperare su quel mondo appena formato.

Paladine diede agli spiriti il bisogno di esercitare controllo, in modo che operassero per sottomettere le cose che li circondavano e portassero così l’ordine nel mondo.

Takhisis diede agli spiriti l'ambizione e il desiderio: essi non avrebbero soltanto controllato il mondo ma avrebbero costantemente cercato di migliorarlo... e di migliorare loro stessi.

Gilean diede agli spiriti il dono della libera scelta. Ciascuno di essi sarebbe stato libero di prendere le proprie decisioni e nessun singolo dio avrebbe detenuto il potere assoluto.

Quei doni erano tutti buoni e positivi... a patto di non essere portati agli estremi.

Il bisogno di esercitare controllo nella sua forma estrema porta alla paura dei cambiamenti, alla soppressione di nuove idee, all'intolleranza verso tutto ciò che è diverso.

Un’ambizione, portata all'estremo, conduce alla determinazione di impadronirsi del potere a tutti i costi e di schiavizzare gli altri; i desideri possono diventare ossessioni, generando l'avidità, la lussuria, l'avarizia e la gelosia.

La libertà nella sua forma estrema è anarchia.

Gli spiriti acquisirono una forma fisica, scaturendo dall'immaginazione degli dei. Dalla mente di Paladine giunsero gli elfi, la sua razza ideale, che trae diletto dal controllo del mondo fisico e ama modellarlo secondo la sua volontà.

Una razza longeva e poco soggetta ai cambiamenti.

Takhisis immaginò una razza di esseri di suprema bellezza, egoisti e ambiziosi quanto lei, e produsse gli orchi. A mano a mano che le loro bramosie crebbero la loro bellezza ne venne consumata, ma essi sono ancora immensamente forti e possenti.

Quanto a noi Irda, si può dire che siamo a nostra volta creazioni di Takhisis, perché‚ in. origine eravamo orchi. Quando abbiamo visto cosa stava succedendo alla nostra gente, alcuni di noi si sono rivolti a Paladine ed hanno implorato il suo aiuto. Lui ci ha permesso di sottrarci al dominio della Regina delle Tenebre, ma il prezzo che abbiamo pagato è stato elevato: non avremmo più potuto vivere nelle vicinanze delle altre razze per non cadere più in tentazione, e saremmo dovuti diventare un popolo isolato e solitario che traeva piacere dal suo stesso isolamento al punto da badare a preservarlo. Perfino unirci per generare dei discendenti sarebbe stato difficile per noi, cosa che con il tempo ha portato al decrescere del nostro numero . Comunque gli Irda hanno accettato tutte queste condizioni per sottrarsi al fato dei loro fratelli e questo spiega perché‚ il mondo non sappia nulla di noi... o abbia false cognizioni al riguardo.

Gilean immaginò la razza degli umani, che hanno la vita più breve e sono i più rapidi a cambiare, oltre ad essere facilmente indotti a schierarsi ora con questa e ora con quella fazione.

Per suo divertimento personale e per aumentare la confusione, il Padre creò gli animali e irritò notevolmente i suoi figli attribuendo dei vantaggi a molti di essi e in particolare ai draghi: essi posseggono infatti saggezza, intelligenza, una lunga vita, la magia, la forza fisica e anni formidabili, e fin da quando hanno fatto la loro comparsa su Krynn, tutte le altre specie li hanno combattuti oppure hanno cercato di allearsi con essi.

In questo modo si giunse all'instaurazione dell'equilibrio nel mondo. Gli elfi si consideravano l'incarnazione del “bene” e ritenevano gli orchi la personificazione del “male” (è interessante notare come la visione del mondo da parte degli orchi sia diametralmente opposta ed essi si considerino “buoni”, vedendo come “malvagi” gli elfi e le altre razze decise a sterminarli). Gli umani, presi nel mezzo, potevano essere indotti con facilità a schierarsi ora con gli uni e ora con gli altri... cosa che facevano di continuo.

Avendo nel sangue i doni di tutti gli dei, il bisogno di controllare, l'ambizione, i desideri e la libertà di scegliere se usarli per il bene o per il male, gli umani sono una razza che attraversa veloce lo scorrere del tempo creando, cambiando, alterando e distruggendo, cosa che di solito viene chiamata progresso.

Fu sempre durante questo periodo che la magia fece la sua apparizione nel mondo. Fra tutti i figli degli dei, tre in particolare erano cresciuti insieme e avevano sviluppato un insolito affiatamento: Solinari, figlio di Paladine e di Mishakal; Nuitari, figlio di Takhisis e di Sargonnas, e Lunitari, figlia di Gilean. Per quanto tutti gli dei fossero dotati del potere della magia, in quei tre tale potere era incrementato dall'amore per la magia e dalla dedizione a tale arte che serviva a formare un vincolo fra loro che pure erano del tutto diversi sotto ogni altro aspetto.

Allo scoppio della Guerra di Tutti i Santi, quei tre vennero sottoposti a pressione da parte dei loro genitori perché‚ si schierassero con questa o con quella fazione, e poiché‚ temevano che quella guerra potesse distruggere ciò che essi più amavano, la magia, i tre cugini giurarono di essere sempre fedeli alla magia e gli uni agli altri, e abbandonarono il panteon degli dei, assumendo spoglie mortali e prendendo a vagare sulla superficie di Krynn.

Ognuno di essi trovò quindi un seguace fra i mortali e gli trasmise il dono della magia perché‚ venisse a sua volta diffuso fra altri mortali che, in caso di necessità, avrebbero potuto invocare i tre dei per ricevere assistenza. Fatto questo i tre cugini lasciarono Krynn ma rimasero vicino ad esso, girando in cerchio nel cielo e sorvegliando coloro che si servivano 'dei loro doni con occhi fissi e attenti che i mortali identificano con le tre lune di Krynn: l'argentea Solinari, la rossa Lunitari e l'invisibile (tranne che per i suoi seguaci) Nuitari.

Noi Irda siamo dotati di poteri magici immensamente forti ma non sappiamo con certezza da dove essi siano giunti in quanto non siamo allineati con i maghi di Krynn e siamo anzi considerati da loro come dei “rinnegati” in quanto essi vedono in noi una minaccia, un pericolo per i tre ordini in cui sono raccolti. La nostra magia è quindi uno dei motivi per cui evitiamo ogni contatto con le altre specie: essa è di cruciale importanza per la nostra sopravvivenza in quanto ogni Irda nasce essendone già dotato, ce l'ha per così dire nel sangue e la usa con la stessa naturalezza con cui impiega gli altri sensi della vista, dell'udito, dell'olfatto, del gusto e del tatto... e poiché‚ a nessuno viene chiesto di spiegare per quale motivo è in gra do di vedere non ritengo che il mondo esterno abbia il diritto di chiederci di spiegare come facciamo a realizzare quelli che ad esso sembrano dei miracoli.

Riprendiamo ora la storia della creazione.

Il nuovo mondo era giovane e selvaggio, come lo erano anche gli spiriti dei mortali che lo abitavano. Lavorando duramente gli elfi sottomisero la loro parte del mondo, mentre gli orchi imparavano ad adattarsi alla loro e gli umani cercavano di modellare e di migliorare la parte ad essi assegnata. Oppresso come sempre dalla solitudine, Reorx si offrì di aiutarli, e da allora pare che lui sia veramente felice soltanto quando si mescola ai mortali.

Reorx insegnò ad un gruppo di umani innumerevoli cose, compresa la tecnica per forgiare l'acciaio, e subito gli elfi e gli orchi cominciarono a desiderare quel metallo che non erano in grado di produrre e vennero dagli umani per comprare spade, coltelli e attrezzi in acciaio. Gli umani s'inorgoglirono allora delle loro capacità e presero a vantarsene, dimenticando sulla spinta dell'orgoglio di onorare Reorx, il loro maestro e arrivando addirittura ad evitare il dio quando questi veniva fra loro, deridendolo a causa della sua bassa statura e sminuendo il suo interesse per quell'arte che pure stava fruttando loro tante ricchezze.

Infuriato, Reorx maledisse quegli umani e li privò delle abilità che aveva insegnato loro, tutte tranne quella d'inventare, di erigere e di costruire, decretando al tempo stesso che essi fossero di bassa statura, grinzosi e che venissero derisi dalle altre razze... in breve, li trasformò e creò gli gnomi.

Durante questo periodo, noto come Era del Crepuscolo, l'equilibrio del mondo, che non era mai stato particolarmente stabile, cominciò a vacillare: non accontentandosi più di quello che avevano, gli umani cominciavano a desiderare i beni dei vicini e gli orchi, incitati da Takhisis, volevano arrivare al potere; gli elfi, dal canto loro, desideravano essere lasciati in pace ed erano pronti a combattere per difendere il loro isolamento.

Per intensificare il suo controllo sugli umani, Takhisis portò allora su questo piano uno degli dei dell'Oltre, il dio Hiddukel, che è per sua natura un vero e proprio mercante che ama contrattare e barattare e che è molto abile in questo campo. Hiddukel vide subito nel vacillare dell'equilibrio generale un modo per accrescere il proprio potere: la guerra sarebbe infatti stata propizia per gli affari in quanto avrebbe fatto aumentare la produzione di armi, di armature e di cibo per nutrire le truppe, e dal momento che fra le altre cose commerciava anche in anime dei morti, Hiddukel previde di poter ricavare in quel campo un profitto non indifferente. Nella speranza di accentuare la confusione generale, Hiddukel si recò quindi da Chisle v, dea delle foreste e della natura, e facendo ricorso ai suoi modi più persuasivi la convinse che eventi catastrofici si stavano profilando all'orizzonte.

“È solo questione di tempo prima che scoppi una guerra” concluse in tono dolente.”E che ne sarà allora dell'ambiente? Le foreste verranno abbattute per costruire torri da assedio, giovani alberi saranno trasformati in archi e frecce, i campi verranno devastati e incendiati. Dobbiamo porre fine una volta per tutte a questa lotta fra le diverse razze... naturalmente nell'interesse della natura.”

“E tu cos'hai da guadagnarci in tutto questo?” domandò Chislev. “Non riesco a credere che tu sia interessato alle cucciolate di conigli selvatici.”

“Nessuno pensa mai che io abbia un cuore” si lamentò Hiddukel.

“Perché‚ è difficile vedere al di sotto dell'untuosità delle tue parole” ribatté Chislev.

“Se proprio vuoi saperlo, la guerra avrebbe un effetto sconvolgente sui mercati finanziari, il valore dell'oro crollerebbe fino a diventare praticamente nullo e i contadini non potrebbero vendere le loro merci al mercato nel bel mezzo di un'invasione. Inoltre i conigli mi piacciono molto.”

“Nello stufato, forse” sospirò Chislev. “Peraltro capisco cosa intendi perché‚ da tempo vedo crescere l'inquietudine fra le razze e sento aumentare di pari passo la mia preoccupazione. Ho parlato con Gilean, ma sai com’è fatto! Non alza mai lo sguardo da quel libro e continua a scrivere, scrivere, scrivere!”

“Parlare con Takhisis non è più facile” sbuffò Hiddukel. “Quando non è con Sargonnas a guardare i minotauri intenti a prendersi a randellate in testa è impegnata a scatenare pestilenze, carestie e inondazioni, e non ha più tempo per quelli come noi.”

“Cosa suggerisci di fare, dal momento che sembri avere un piano?”

“Io ne ho sempre uno, mia cara amica amante degli alberi. Se la neutralità diventasse la forza dominante dei mondo allora l'equilibrio rimarrebbe costante e non si altererebbe mai... giusto?”

“Suppongo di sì” convenne con cautela Chislev, diffidando di Hiddukel ma non trovando motivo per contraddirlo.” Però non capisco...”

“Ah! Va’ da Reorx e chiedigli di creare per te una gemma che contenga l'essenza stessa della neutralità e che serva come ancora, in modo da far sì che la neutralità diventi la forza dominante di Krynn e sopraffaccia i due estremi opposti che così saranno vincolati a quel centro neutrale e non potranno allontanarsi da esso.”

“E cosa ne farò di questa gemma, una volta che sarà stata creata? Dovrei forse affidarla alla tua custodia?” chiese Chislev, che pur essendo una dea gentile aveva una certa propensione per il sarcasmo, soprattutto nel parlare con Hiddukel.

“Santo Cielo, no!” esclamò questi, sgomento. “Non vorrei mai una simile responsabilità. La cosa più logica sarebbe darla in custodia a qualcuno di cui ti fidi... non credi anche tu?”

Chislev fissò intensamente Hiddukel, che però fece sfoggio di un'assoluta innocenza e di una sincera preoccupazione per il destino del mondo. Del resto, si diceva che la sua abilità fosse tale che perfino la Regina Takhisis aveva perso con lui in più di una trattativa.

Come conseguenza di quella conversazione Chislev lasciò la sua foresta e si aggirò per il mondo in forma mortale, vedendo cose che la turbarono profondamente: fucine d'acciaio che ardevano di un rosso acceso anche nel cuore della notte, elfi che lucidavano le spade da poco ottenute, umani che contavano il loro denaro, orchi che si esercitavano a staccare teste.

Addolorata, Chislev decise che era necessario fare qualcosa e prese in considerazione l'eventualità di discutere del problema con il suo consorte Zivilyn, il dio che poteva vedere tutti i piani e tutti i tempi, futuri e passati. Sapeva però per esperienza che ottenere una risposta semplice e concisa da parte di Zivilyn era impossibile, perché‚ lui sembrava sempre decidere di fare una cosa e poi cambiava idea per aver visto la situazione da un'altra prospettiva e sceglieva di agire diversamente, salvo cambiare ancora idea per aver visto le cose da una terza angolazione e finire poi per non fare nulla.

Consapevole che in questo caso era invece necessario agire, Chislev decise di farlo di persona e si recò da Reorx.

Uno dei motivi per cui Reorx trascorreva tanto tempo in compagnia degli umani era che nessuno degli dei si recava mai a trovarlo, quindi lui rimase stupefatto e compiaciuto di ricevere una visita, soprattutto da parte di una creatura bella e dolce come Chislev.

Lei, dal canto suo, si senti sopraffare dalle attenzioni di cui Reorx la ricoprì, cominciando a correre di qua e di là per prendere dei biscotti da offrirle, inciampando nel frattempo nel mobilio nel tentare di rintracciare la teiera e offrendole da mangiare tutto ciò che lei poteva desiderare... un comportamento che destò in Chislev un senso di colpa di fronte all'evidente solitudine del suo ospite, inducendola a rimproverarsi per averlo trascurato e a giurare a se stessa che in futuro sarebbe venuta a trovarlo più spesso.

Mentre sorseggiava il tè espose quindi la sua richiesta a Reorx, che si mostrò fin troppo lieto di soddisfarla: se voleva una gemma l'avrebbe avuta, ne avrebbe avute a centinaia, le migliori dell'universo!

Arrossendo, Chislev ribadì che lei voleva una sola gemma in cui racchiudere l'essenza della neutralità.

“E quest'essenza cosa sarebbe, esattamente?” chiese Reorx, accarezzandosi la barba con la fronte aggrottata in un'espressione pensosa.

“Ecco” cominciò Chislev, alquanto perplessa, “l'essenza della neutralità è... ¯

“Il caos?” suggerì Reorx.

Chislev rifletté‚ sulla cosa, guardandosi intorno con un certo timore per essere certa che il Padre del Tutto e del Nulla, l'incarnazione del Caos, non avesse sentito.

“Credi che ne potremmo catturare una piccola parte?” chiese quindi. “Non tanta, appena il necessario per ancorare la neutralità nel mondo?”

“Consideralo fatto, signora” rispose Reorx, con una disinvoltura davvero splendida. “Dove devo consegnare questa gemma?”

“Portala a Lunitari” rispose Chislev, che aveva riflettuto a lungo su quel problema. “Lei è la più vicina al mondo ed è continuamente coinvolta con i mortali e le loro attività, quindi sarà la custode più indicata.”

Reorx annuì, le baciò la mano, andò a sbattere contro un'ottomana, rovesciò la propria tazza da tè e si precipitò immediatamente nella sua fucina, rosso in volto come un pomodoro.

Sollevata dalle sue preoccupazioni, Chislev fece ritorno con gratitudine nella sua foresta.

Non si sa come Reorx sia riuscito a catturare un frammento di Caos e a racchiuderlo nella gemma, ma quanto è accaduto in seguito è chiara testimonianza che lui dovette riuscire nel suo intento. Reorx creò la cosiddetta Gemma Grigia e quando ebbe finito l'affidò alla custodia di Lunitari, che si senti immediatamente attratta dalla gemma e la pose nel centro della luna rossa, contemplandola quasi di continuo perché‚ quella pietra aveva lo strano effetto di indurre tutti coloro che la vedevano a desiderarla.

Incluso, naturalmente, il suo stesso creatore Reorx. Non appena ebbe consegnato la gemma a Lunitari, infatti, Reorx scoprì con sconcerto di sognare la Gemma Grigia tutte le notti e cominciò a rimpiangere di essersene separato al punto da recarsi da Lunitari e chiederle umilmente che gliela restituisse.

Lunitari però rifiutò perché‚ anche lei sognava la gemma ogni notte e al risveglio le piaceva vederla scintillare sulla luna rossa.

Reorx si infuriò e rimuginò, e alla fine escogitò il modo di recuperare la Gemma Grigia: assunta forma mortale, apparve in mezzo alla razza da lui creata, quella degli gnomi, e scelse fra tutti uno gnomo le cui invenzioni erano finora state le meno distruttive per la vita, gli arti e le proprietà altrui, mostrandogli in sogno la Gemma Grigia.

Naturalmente lo gnomo cominciò a desiderare la gemma più di qualsiasi altra cosa ci fosse su Krynn, con la possibile eccezione di un cacciavite multiteste a vapore che peraltro era impossibile ad ottenersi perché‚ il progetto era ancora arenato in sede di comitato, e decise di catturare la Gemma Grigia. Come fece per riuscirci è già registrato da altre cronache, quindi basti dire che l'impresa richiese una scala magica, diverse carrucole e argani, una rete magica e un po' di aiuto da parte di Reorx, e che alla fine lo gnomo catturò la Gemma Grigia mediante la rete magica mentre Lunitari era dalla parte opposta del mondo.

“Proprio quello che mi serviva per alimentare il mio combinato a lama rotante per affettare sottaceti e regolare la barba” commentò lo gnomo, e stava per inserire la pietra nell'invenzione quando Reorx gli si presentò nei panni di un altro gnomo e pretese la pietra per s‚.

I due litigarono e nel corso della discussione la Gemma Grigia sgusciò fuori dalla rete e scomparve, dimostrando di essere qualcosa di più e di diverso da ciò che supponevano Reorx, Lunitari, lo gnomo o chiunque altro.

Con suo sommo stupore Reorx vide la gemma fluttuare via nell'aria e si lanciò al suo inseguimento (come anche lo gnomo e una schiera di suoi parenti) senza però riuscire a riprenderla. Da quel momento la Gemma Grigia si scatenò per tutto Krynn, seminando il caos sulla sua scia, alterando animali e piante, influenzando gli incantesimi dei maghi e causando notevoli problemi a tutti.

A questo punto tutti gli dei si accorsero infine dell'esistenza della Gemma Grigia, e sia Paladine che Takhisis s'infuriarono con Reorx per averla forgiata senza prima consultarsi con loro; vergognosa, Chislev confessò la parte avuta nel piano e fece anche il nome di Hiddukel, che però si limitò a scrollare le spalle e a scoppiare in una fragorosa risata.

Infatti il suo piano aveva funzionato, e invece di garantire l'equilibrio adesso la Gemma Grigia lo stava alterando ulteriormente: gli elfi stavano progettando di entrare in guerra con gli umani, che a loro volta erano pronti a combattere contro di essi, e gli orchi erano impazienti di affrontare chiunque.

Nel frattempo la Gemma Grigia venne catturata da un umano di nome Gargath, che con l'ausilio di parecchi congegni magici riuscì a intrappolarla nel proprio castello (o almeno ritenne di averlo fatto, anche se è mio parere che la Gemma Grigia gli permise di catturarla, in quanto nessuna magia umana a me nota è mai riuscita a tenerla vincolata a lungo).

Gli gnomi che da decenni stavano inseguendo la gemma assediarono allora il castello di Gargath e riuscirono (per puro caso) ad aprire una breccia nelle mura, facendo così irruzione nel cortile e impadronendosi della gemma.

Quando l'ebbero in mano, una metà degli gnomi richiese che venisse spaccata in due perché‚ erano estremamente curiosi di vedere cosa c'era dentro, mentre gli altri proposero di riportarla indietro con loro e di custodirla a causa del suo valore.

In quel momento un'intensa luce grigia si diffuse tutt'intorno, accecando tutti, e quando fu di nuovo possibile vedere nel cortile c'erano soltanto due gruppi di gnomi intenti a litigare fra loro. La cosa più stupefacente, però, era che gli gnomi non erano più tali: il potere della Gemma Grigia li aveva alterati, trasformando quelli che avevano desiderato conservare la pietra per il suo valore in nani e quelli che volevano aprirla per curiosità in kender.

Quanto agli gnomi che erano rimasti fuori del castello perché‚ impegnati a lavorare alla loro più recente invenzione, la balestra a tamburo con fuoco continuo in seguito nota come Balestra Gatling dal nome del suo inventore, Testamatta Gatling, essi risultarono essere rimasti immuni dagli effetti della luce magica della Gemma Grigia e ritennero che questo fosse dovuto ai candelabri ad olio destinati ad illuminare di notte il campo di battaglia, che erano stati inviati nel cielo a quello scopo mediante un pallone pieno di gas (prodotto con una tecnica troppo complicata per descriverla in questa sede ma che richiedeva l'impiego di succo di limone, pinze metalliche e acqua). A quanto pareva, coloro che erano sopravvissuti all'inevitabile esplosione del pallone erano rimasti gnomi.

Nel frattempo la Gemma Grigia era scomparsa all'orizzonte, e da allora sia Reorx che altri hanno fatto svariati tentativi per recuperarla. La Gemma Grigia permette alle persone di afferrarla, poi le usa però per i propri scopi, o forse per il proprio divertimento, e quando si stanca le lascia libere, riprendendo la sua fuga.

Ti è piaciuta la storia?” “si” “bene, ora riposa………

 

CAPITOLO 10

 

Dopo essere stato guidato al carbone, Tas tornò al regno di Tartaglia, gli narrò di come lui e lo gnomo erano stati assaliti da centinaia e centinaia di solinariani e di come lui,tas,fosse scappato a gambe levate mentre il suo amico gnomo combatteva.tornato sul luogo della battaglia tas aveva trovato lo gnomo moribondo ma vincitore che gli aveva consegnato il carbone. Tas lasciò quindi nuitari per non farvi più ritorno, non senza aver tentato però di persuadere il re a seguirlo.Quello stesso giorno tas riportò il congegno a par-salian spiegando, con sommo stupore dell’arcimago,

che esso portava solo morte e distruzione.

 

Majere