Sir Madhead
Cavaliere errante

 

                           

Sito Ufficiale di Sir MadHead

 

Nacqui il 4/12/1153 da un'umile famiglia di pecorai originari di Arktalia, paesino sito a nord della Città Santa.
Allevato con il latte di una capra crebbi sano e robusto, tanto da essere adocchiato dal Chierico della Chiesa di Ridembrok, Don Torek, che amante delle armi, oltre che della religione, m'insegnò tutte le sue arti belliche.
Qualche tempo dopo divenni lo scudiero di Sir Antony, un signorotto di Ridembrok (qualcuno diceva che il suo vero nome fosse Giovanni Rossi) che era conosciuto nella zona come l'Ammazza Draghi. <In realtà, di Draghi non ne aveva ammazzato nessuno ma, essendo lui un abile narratore, aveva fatto credere, nel circondario, di averne cucinati a dovere cinque o sei.
Ormai il mio destino era segnato, avevo capito che la mia vita sarebbe stata dedicata alla nobile causa di uccidere i draghi malvagi. 
Ogni giorno mi alzavo all'alba per svolgere le mie mansioni di scudiero e, dopo aver accudito il destriero del mio signore, prendevo di nascosto la sua spada (Jenevieve) esercitandomi con essa negli affondi più difficili, e nelle parate più spettacolari.
Devo dire, purtroppo, che il mio signore non avrebbe mai potuto far di me quello che oggi sono diventato, proprio perché di Draghi non se ne vedeva neanche l'ombra; ma, seguendo il consiglio di Don Torek, andai da Sir Jim che (ancora non sapevo che fosse un Vassallo di Blue Dragon!!!), mi investì Cavaliere e mi insegnò tutto quello che sapeva riguardo l'arte del combattimento…
Iniziò, quindi, la mia folgorante carriera di cavaliere errante ammazza draghi, che mi condusse a girovagare per la Terra in lungo ed in largo, sempre al servizio dei deboli e contro la prepotenza dei malvagi.
Un giorno, mentre vagavo fra alcune impervie montagne, incontrai per caso Palle che era in quelle zone impervie per allenarsi.
Sulle prime ci guardammo in cagnesco, non sapendo con esattezza le reciproche intenzioni. Naturalmente l'incontro si svolse lungo uno stretto sentiero di montagna che non permetteva il passaggio di due cavalli.
Ci furono alcuni attimi di tensione, ma poi, guardando la sua splendida armatura ed il focoso destriero, ebbi, a pelle (calambour con palle), la sensazione che anche lui fosse votato ad una giusta causa. La prima cosa che feci, fu di offrirgli una sigaretta Pall (anche qui strana coincidenza). Bastò questo semplice gesto a far svanire la sua naturale diffidenza nei miei confronti ed in quelli di tutti i cavalieri sconosciuti. 
Mi invitò in una locanda del posto e, davanti ad un boccale di birra, cominciò a narrarmi del Regno, di Gex, di Ostri e di tutti i numerosissimi Vassalli: Cavalieri, Maghi, Pulzelle (questo, naturalmente fu il discorso più intrigante).
E' inutile dire che rimasi affascinato e rapito da tanta bellezza, soprattutto delle pulzelle, delle quali Palle portava sempre con se alcune immagini (eheheh). Ma, bando agli scherzi, la cosa che mi convinse a chiedere di entrare a far parte del Regno, fu il Progetto di narrare le vicende storiche del nostro tempo.
Fui invitato a Corte e conobbi Blue Dragon… descriverlo è molto difficile… è come se un'unica figura si sdoppiasse in tre… Sua Maestà mi propose allora di diventare aspirante Vassallo, ma, come tutte le cose belle che non sono facili da ottenere, per guadagnarmi tale prestigiosa nomina avrei dovuto superare una prova.
Me tapino, fallii disastrosamente al primo tentativo ed ebbi la sgradevole sensazione, rivelatasi in seguito falsa, che non sarei mai riuscito a far parte del Regno.
Sua Maestà Blue Dragon, nella Sua immensa saggezza e benevolenza, volle offrirmi un'altra opportunità per entrare a far parte degli Eletti.
Devo confessare che la seconda prova, sebbene fosse stata definita dal Divino Sovrano più impegnativa della prima, fu più consona (o forse ebbi più c..o?) alle mie capacità perché, anche se impiegai quasi una notte insonne (che non è poi una novità) detti la giusta soluzione all'enigma.
Da allora ho sempre ottenuto la stima di Blue Dragon , anche se non mi sembra che abbia fatto molto per meritarla, se non svolgendo delle piccole missioni di scoperta di possibili nuove Roccaforti del Regno sul territorio, ma. mi riprometto, non appena avrò il tempo sufficiente ed il permesso di Sua Maestà di partire per l'estero alla scoperta di altre importanti roccaforti da conquistare. Infatti, ora sto svolgendo un'importante missione per il Regno, che mi occupa molto tempo ed è veramente impegnativa, almeno per me che sono sempre stato abituato ad usare la spada e non la penna.
Sono convinto, comunque, che con un po' di fortuna, un po' di abilità e, soprattutto con i saggi consigli del Nostro Re, riuscirò a portare a termine la missione con successo.

Equipaggiamento da battaglia di Sir Mad:
Giaco di maglia
Spada lunga 
Cavallo da guerra leggero 
Scudo con effige di un Lupo Nero in campo bianco con croce azzurra
Talismani vari: corno di corallo rosso con arcane magie di protezione… coda di coniglio selvatico
Corno nero di animale sconosciuto che permette di comunicare a distanza
Acciarini vari


Che la Grazia del Signore guidi le nostre azioni e quelle del nostro Sovrano
Sir Mad

 

Il Risveglio

Se ben mi ricordo, quella mattina ero più stanco del solito e mi svegliai con un gran mal di testa. Sulle prime non riuscivo a ricordare nulla di quanto capitatomi il giorno prima, ma poi, cercando di grattarmi la testa, gesto abituale per me, provai un acuto dolere dietro la nuca: fu come prendere coscienza di un incubo. 
D'improvviso ricordai tutto, o quasi. 
Voi non potete immaginare come ci si possa sentire dopo una crapula fatta con dei contadini che ti sono grati per aver risolto tutti i loro problemi, o forse lo sapete?
Beh, comunque sia, ci si sente da schifo, ed inoltre ancora non riuscivo a ricordare il perché di quell'immenso bernoccolo che troneggiava sulla mia nuca.
Avevo bisogno di sciacquarmi la faccia; andai verso il fiume che scorreva lento e quieto ai margini del villaggio. La foresta, come me, si era appena svegliata, anzi affermerei che era molto più sveglia, e gli uccelli cinguettavano felici di incominciare una nuova giornata.
Mentre immergevo le mie mani nell'acqua; vidi riflessa la mia faccia: barba lunga, capelli spettinati, borse sotto gli occhi.
Nonostante il sole facesse capolino dietro la collina, l'aria era ancora fredda, ma piacevolmente frizzante.
Stancamente, dopo aver fatto le doverose abluzioni mattutine, mi recai verso il fuoco che avevo acceso la sera prima, c'era ancora un debole calore sotto la brace, mi scaldai le mani infreddolite dall'acqua del fiume. Aprii il tascapane, c'era ancora un pezzo di carne secca che addentai voracemente. Probabilmente avevo fame perché non appena il mio stomaco fu placato anche il cervello cominciò a funzionare e ricordai tutto.
Per me non era niente di speciale, ma per quei poveri contadini sono stato un eroe, io ho solo svolto una delle tante missioni per le quali avevo giurato fedeltà al Regno di Blue Dragon: avevo ucciso un drago, si brutto, puzzolente, spietato con i deboli e vile con i forti, e chi più ne ha più ne metta, ma semplicemente un drago. Il suo nome era Grassenporken ed era ricercato per tutto il Regno per la sua abitudine di depredare i villaggi di tutti i loro averi e non disdegnava, ogni tanto, di mangiarsi qualche bel bambino, ma ormai era abbastanza vecchio.
In ogni caso, anche se vecchio ed un pochino ingrassato direi, non è stata un'impresa molto facile, perché, forse voi non lo sapete, questi maledetti draghi sputacchiano un dannatissimo fuoco che potrebbe, se non sei accorto, ridurti come un tacchino al forno.

 

La Battaglia con il Drago Grassenporken 

Ecco com'è andata. 
I contadini del Villaggio Belledonn avevano implorato il Sommo Blue Dragon di mandare loro un Cavaliere che avrebbe ucciso il Drago ribelle Grassenporken che, ogni mese, aveva l'abitudine di far man bassa delle vettovaglie riposte nei granai.
Il Sommo Blue Dragon, nella sua infinita saggezza, scelse me Madhead, non perché fossi il migliore ma perché mi aveva visto ciondolare dietro ad ogni pulzella del Regno. Sì, lo ammetto, le pulzelle sono il mio, diciamo vizio, ma per mia sfortuna lo sono anche per Sommo Sovrano, quindi basta fare due più due per capire tutto. Ma è meglio non fare pettegolezzi e veniamo al sodo.
Partii due giorni fa dalla mia dimora, di buon mattino, in sella al mio fedele compagno di mille battaglie Belfagor armato della mia tagliente Spada Spakkoss e, cavalcando senza sosta per circa un giorno, arrivai a Belledonn, ove il vecchio del villaggio mi accolse a braccia aperte. 
Devo affermare che rimasi parecchio deluso, visto il nome del villaggio, mi aspettavo di essere accolto da qualche dozzina di pulzelle, ma così va la vita. Il vecchio del villaggio, seppi poi che si chiamava Pelleoss, mi annunciò che le pulzelle erano state allontanate e messe al sicuro perché aspettavano da un momento all'altro l'arrivo di Grassenporken. Sinceramente dubitai delle sue parole e pensai che il Sommo Blue Dragon, conoscendo le mie debolezze di uomo, avesse messo sul chi va là il vecchio Pelleoss che stavo arrivando io.
Era sera e, ormai stanco, decisi insieme a Pelleoss di rimandare al giorno dopo l'allestimento dei bastioni di difesa. Diedi da mangiare al fido Belfagor la miglior biada del regno, che si raccoglieva appunto a Belledonn, ed accesi un fuoco per arrostire un fagiano che mi ero procurato durante il viaggio. Mentre il profumo del fagiano si spandeva nell'aria, sguainai la mia fedele Spakkoss e l'arrotai e lucidai per bene.
Dopo circa un'ora le mie mascelle stavano facendo festa con della fragrante e succulenta carne arrosto. Anche il mio palato gongolava perché bevevo dell'ottimo vino novello che, Sua Maestà Blue Dragon, mi aveva regalato un mese prima in occasione del mio compleanno.
La luna piena illuminava il mio bivacco e il fuoco mi scaldava, che cosa si può avere di meglio, beh, io un'idea l'avevo, ma come dire, mancava la materia prima (per chi fosse ingenuo ed innocente mancava una giovane e rigogliosa pulzella).
Dovevano essere circa quattro ore dopo il tramonto, non vi dico che razza di sogno stavo facendo, quando mi sveglia di colpo. Tutti i miei sensi erano desti, l'istinto, che spesso mi ha salvato in situazioni difficili, mi diceva che stava per accadere qualcosa. Infatti, non si udiva più un rumore nella foresta ed anche il fiume sembrava si fosse fermato. Le orecchie mi ronzavano, e quando mi ronzano non è mai un buon segno. Capii che quel fetente di Grassenporken aveva deciso di attaccare il villaggio di notte e che stava arrivando. Infatti, l'aria era diventata puzzolente come solo i vecchi draghi sanno essere. Sguainai la mia fedele Spakkoss, Belfagor era agitato e cominciava ad emettere i soliti nitriti di avvertimento, sentiva il pericolo molto prima di me. Calzai l'armatura e l'elmo e mi nascosi, prudentemente, dietro ad una grossa quercia che segnava l'ingresso del villaggio.
Ad un tratto la terra cominciò a tremare ed un suono sordo, cadenzato, di passi pesanti pervase l'aria. Invece che un attacco dall'aria, come mi sarei dovuto aspettare, il vile Grassenporken, forse per la troppa sicurezza di essere invincibile per dei poveri contadini, veniva diritto verso il villaggio, balzellando sulle sue possenti zampe.
L'aria era sempre più mefitica, non sapevo se fosse la puzza di Grassenporken o quella dei contadini che se la facevano addosso. Dovevo cacciare dalla mia testa questi pensieri e concentrarmi sulla strategia da adottare per dare al vecchio drago quello che si meritava: una bella ripassata con Spakkoss.
Dietro di me sentivo come un rumore strano e dopo qualche secondo mi accorsi che i contadini si erano svegliati e riuniti nel centro del villaggio: quel rumore era il tremare dei loro denti per la paura. Pensai, ma di che cavolo dovevano avere paura se ci sono io, il grande Madhead (in tutti i sensi ultimamente sono un po' ingrassato anche io).
Dissi loro di tornare nelle loro case poiché mi sentivo più tranquillo se non ci fosse stato nessuno dietro le mie spalle, anche perché sarebbero potuti essere delle facili prede per un drago incavolato, che si vedeva sbarrare la strada da un cavaliere. Immediatamente fui ubbidito, credo che non avessero mai ubbidito ad un ordine così velocemente come quella volta.
Adesso avevo la possente figura di Grassenporken davanti a me e mi accorsi che stava preparandosi ad una fiammata delle sue perché il rumore del suo stomaco si fece incredibilmente forte. Inarcò la schiena per emettere la sua fiammata mortale quando non si accorse di una radice della quercia, inciampò e cadde rovinosamente a terra. Che vantaggio incredibile mi stava dando Grassenporken, sicuramente la sua vista non era più quella di una volta, e specialmente di notte.
Cadde pesantemente al suolo, facendo tremare la terra come in un terremoto, ed il fuoco che stava sputacchiando gli ritornò in gola. Io ne approfittai per avvicinarmi a lui e cominciai a colpirlo con il mio dolce piede (o piede dolce, beh non fa nulla) sussurrandogli all'orecchio che non poteva svenire così, che figura avrei fatto io se lo avessi ucciso da svenuto? Ne andava la dignità di un cavaliere, accidenti.
Niente non c'era verso di farlo rialzare. Mi avvicinai al suo orrendo muso salendo lungo il suo collo ed arrivai alle orecchie, il tanfo era sempre più insopportabile, infatti, credo non si lavasse i denti da qualche decennio, ma io indomito riuscii a gridargli: <<Alzati, fellone, codardo, vile>>. Era come parlare ad un sordo. Mi accorsi allora che c'era qualcosa di strano, non sentivo più il battito del suo cuore. Pensai che in mezzo a tutta quella confusione forse non riuscissi a sentirlo. Mi avvicinai dove pensavo ci fosse il cuore: nulla, nessun rumore.
Vidi, allora, del sangue verdastro uscire dal cranio di Grassenporken e capii che era morto sbattendo la testa su un grosso macigno. La battaglia era finita prima di cominciare.
Certo non mi sarei mai vantato di una vittoria così, ero triste per due motivi: primo perché non avrei potuto dire al Sommo Blue Dragon, perché un Cavaliere non mente mai, che il drago era stato ucciso da me, e quindi niente ricompensa; secondo mi faceva veramente pena il drago che, invece di una morte gloriosa come ogni guerriero meriterebbe (anche un drago), era deceduto per banale accidente.
Non appena gli abitanti del villaggio videro che il drago era immobile a terra uscirono fuori dalle loro case e mi portarono in trionfo, non immaginando quello che in realtà fosse accaduto, ed io, naturalmente, non ebbi il coraggio di deluderli.
Immediatamente, e come per incanto, riapparvero le dolci pulzelle che erano state al riparo. Tutto il villaggio era in festa, canti, balli, vino, arrosti e tutto il ben di Dio che si possa immaginare fu messo a mia disposizione.
Adesso ricordo anche come mi feci il bernoccolo che ancora mi duole: ma questa è una storia vietata ai minori di diciotto anni.
Forse un giorno ve la racconterò.
Che la saggezza e la luce siano con il Regno.

Sir Madhead

La Speranza

Mi svegliai in preda ad un terrore folle: avevo perso la mia anima, qualcuno o qualcosa, non saprei dirlo, me l'aveva rubata. Improvvisamente mi trovai completamente solo ad affrontare il giorno nascente, per la prima volta mi sentivo veramente abbandonato. Aprii gli occhi, ma non vidi niente e nessuno. Accesi una luce, ma la luce non c'era, o non la vedevo. Che cosa è successo, mi chiesi. Che cosa faccio ora continuai a domandarmi, la luce non c'è se ne andata insieme alla mia anima. Provai a chiamare gli amici, ma neanche loro risposero. Passò del tempo, ma non saprei dire quanto perchè non c'era più il giorno, solo notte buia intorno a me. Ero senza forze e pensai di non poterne più venir fuori e che ormai la vita, se così si può chiamare senza l'anima, fosse giunta alla fine: non c'era più una via di uscita. Piansi lacrime amare, ma ad un tratto, tra le lacrime, mi sembrò di scorgere una luce. Si era una fioca luce appena visibile tra la nebbia del dolore, ma c'era, seppur lontanissima: ma c'era. Inizia a camminare verso di essa, mi sembrava che più camminassi e più essa si allontanasse. Passarono ore, poi giorni, poi settimane ma alla fine giunsi di fronte a quella luce. Altro non era che una piccola candela posata su di un foglio di carta con su scritto: SPERANZA. 


Poesie di Madhead

La vita oggi

Non solo i sogni albergano in me,
ma duri bisogni, e la risposta dov'é?
La cerco nel mondo, nell'uomo moderno,
purtroppo è svanita, come l'ultimo inverno

Vivere oggi non sembra banale
con gli strumenti del tempo reale,
ma forse era meglio negli anni passati
con molto lavoro e pochi peccati.

Mi alzo al mattino, ho la bocca impastata,
e comincio a pensare alla lunga giornata:
al mio capo, a mia moglie ed ai miei figli,
non riesco a troncar due o tre sbadigli.

Mi rado, mi vesto, mi metto il cappotto,
ma dove corro, se son tutto rotto?

 

Al mio Destriero

Mio fiero compagno di mille battaglie,
Con te ho abbattuto mille muraglie
Se vai al galoppo, al passo od al trotto
mai non ti stanchi, pur se piove a dirotto.
.
Hai subito ferite, pugnato in duelli,
e siam sempre stati amici, fratelli.
Dei nostri avversari hai ancora i ricordi
ed or li cantiamo con facili accordi.

Ad un fiero dragone molto assomigli
nel correr veloce affondando gli artigli,
mi hai dato ogni giorno l'immenso coraggio
di vivere sempre con grande lignaggio.

L'eleganza, la forza, l'amore, l'affetto:
son le virtù che ti fanno perfetto.

  

Grazie alla sua tenacia ed alla sua devozione, Blue Dragon ha conferito a Sir Madhead i seguenti meriti:

- Onorificenza per aver contribuito allo sviluppo del Regno in modo consistente.
- Onorificenza per l' attiva e assidua Fedeltà al Regno.
- Riconoscimento per aver portato a termine una missione per conto del Regno.
- Partecipazione alla Prima Adunanza.